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La miccia Pd: «I consiglieri sono tutti in regola con il versamento delle tasse?»

Formale richiesta a firma di Melissa Pappalardo presentata al segretario generale del Comune

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© Foto Biancavilla Oggi

I consiglieri comunali appena eletti e pronti ad insediarsi, prestando giuramento, possono vantare assoluta limpidezza nei rapporti con il Comune? In altre parole, sono in perfetta regola con il pagamento dei tributi? Hanno dei contenziosi aperti? Di che tipo e di quale gravità?

Interrogativi che potrebbero suonare fin troppo retorici. Ma sicuramente troveranno facile sponda nei cittadini, desiderosi e in diritto di conoscere se i loro rappresentanti possano essere da esempio.

Alla vigilia della prima seduta consiliare – ad un mese dalle Amministrative – è il Partito Democratico a porre la questione. E lo fa, chiedendo formale «certificazione tributaria e regolazione contenziosi di tutti gli organi politico-istituzionali del Comune di Biancavilla».

La richiesta, inoltrata al segretario generale Antonino Bartolotta e, per conoscenza, al sindaco Antonio Bonanno, è firmata da Melissa Pappalardo, unico consigliere della minoranza. L’esponente del Pd motiva la sua missiva «al fine di agevolare la trattazione dei punti che prevedono l’esame delle condizioni di eleggibilità e cause di incompatibilità dei consiglieri». Sono punti propedeutici al giuramento dei consiglieri e all’elezione del presidente e del suo vice, cui seguirà anche il giuramento del sindaco.

Al di là degli aspetti burocratici, Pappalardo pone un’esigenza di trasparenza. E sottolinea come «la classe politica debba dare l’esempio circa il pagamento dei tributi verso il Comune di Biancavilla prima di chiedere il pagamento delle tasse ai cittadini».

Gli effetti sulla vice presidenza

La lettera della consigliera del Pd ha creato qualche fibrillazione al palazzo comunale. Fuori da dichiarazioni ufficiali, c’è chi minimizza: «La richiesta non fa altro che porre una questione già prevista dalla normativa, è soltanto populismo».

C’è chi, invece, va al nocciolo politico. Il sindaco Bonanno ha dato indicazione alla sua coalizione – come anticipato da Biancavilla Oggi – di affidare a Pappalardo la vice presidenza del Consiglio in segno di rispetto della minoranza (per la presidenza l’accordo è su Luigi D’Asero dell’Mpa).

All’interno della maggioranza non sono mancati i consiglieri che si sono detti contrari a dare la seconda carica consiliare al Pd. Una schiera, pare, ulteriormente allargata dopo che la missiva di Pappalardo è stata protocollata. Si vedrà se l’indicazione del primo cittadino sarà accolta o meno dai consiglieri.

Focus sulla sede del Pd

Ad ogni modo, nelle discussioni delle ultime ore tra esponenti di maggioranza, viene rispolverata una questione già in passato accennata nei corridoi del palazzo comunale. C’è chi mette in dubbio la regolarità dei pagamenti di imposte, tributi e “bollette della spazzatura” da parte della sede del Partito Democratico, attigua alla chiesa del Rosario.

«Verifichiamo le posizioni dei singoli consiglieri, ma si proceda pure con le sedi politiche e vediamo se è tutto in regola», è in estrema sintesi il pensiero ricorrente che abbiamo raccolto.  

La prima polemica della nuova stagione istituzionale è, dunque, qui servita. Tutti gli esordienti del Consiglio Comunale possono trarre già la prima, importante lezione. Il terzo principio della dinamica vale anche in politica: «Ad ogni azione, corrisponde sempre una reazione uguale e contraria».

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Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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