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Cronaca

Video e foto hard di due donne di Biancavilla: in 4 finiscono a processo

Secondo l’accusa avrebbero diffuso senza alcun consenso le immagini, diventate subito virali

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Quattro biancavillesi sul banco degli imputati, al Tribunale di Catania, chiamati in causa per trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata. E uno di loro dovrà rispondere pure del reato di stalking. Le vittime sono due donne, anche loro di Biancavilla. Di loro sarebbero state diffusi video e foto in pose e atteggiamenti erotici. Tutto il paese aveva avuto modo di vederle perché le immagini sono passate in maniera virale da un telefono all’altro, attraverso whatsapp o messanger.

La vicenda giudiziaria, scaturita da denunce presentate nel 2019 (prima, dunque, dell’entrata in vigore del reato di “revenge porn”), era stata raccontata già da Biancavilla Oggi. Adesso, il caso è arrivato alla prima udienza dibattimentale alla quarta sezione penale del Tribunale di Catania.

Le due vittime, seguite dall’avv. Pilar Castiglia, hanno raccontato agli inquirenti nella fase preliminare le conseguenze avute dalla diffusione non autorizzata di quei video e quelle foto. Una di loro, in particolare, ha raccontato in lacrime come sia stata stravolta la sua vita, sia in ambito familiare che lavorativo.

Un imputato accusato pure di stalking

In fase di indagine, la Procura di Catania aveva individuato un quinto soggetto, che ha scelto il rito abbreviato e per il quale si è arrivati a sentenza di assoluzione.

Per altri quattro, il processo è nella fase iniziale. Gli imputati, secondo le accuse, avrebbero «inviato con strumenti informatici quali Facebook e Whatsapp immagini delle persone offese che le ritraevano in atteggiamenti intimi senza il consenso delle stesse». E avrebbero tenuto anche una condotta tale da offendere l’onore e la reputazione delle due vittime.

Per uno di loro, la posizione è più grave, essendo accusato anche di stalking. L’uomo avrebbe «abitualmente molestato una delle persone offese con mezzi telefonici e informatici». A questo si sarebbero aggiunte «richieste a sfondo sessuale e appostamenti nel luogo di lavoro e di luoghi abitualmente frequentati ed intimidendola con riferimenti all’abbigliamento ovvero all’attività svolta dalla stessa. Elementi che lasciavano intendere che il medesimo fosse nelle immediate vicinanze della persona offesa, fino a spiarne i movimenti, cagionando alla donna grave e perdurante stato d’ansia».

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Cronaca

Arrestato un biancavillese in Sardegna: sul suo camion 70 kg di marijuana

Circa 100 buste sottovuoto: se immessa sul mecato, la sostanza avrebbe fruttato oltre 100mila euro

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Un insospettabile. Forse proprio per questo è stato individuato per effettuare un servizio di corriere della droga, con il proprio autoarticolato. Ma non è sfuggito ai “radar” della Guardia di finanza, insospettivi dal suo atteggiamento nervoso.

Un 38enne di Biancavilla è stato fermato al porto “Isola Bianca” di Olbia, in Sardegna. Era in procinto di imbarcarsi sulla motonave diretta a Civitavecchia e Livorno.

Sul suo camion, carico di mobilio usato, le Fiamme gialle, con l’ausilio dei cani antidroga, hanno scoperto un grosso quantitativo di sostanza stupefacente: quasi 70 kg di marijuana. Erano contenuti in oltre 100 buste sottovuoto termosaldate, nascoste in alcuni divani da bar. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato oltre 100mila euro.

I militari hanno, quindi, sequestrato la droga ed arrestato l’autotrasportatore per traffico di stupefacenti, per poi condurlo nel carcere di Nuchis.

A Biancavilla, l’uomo si era fatto “conoscere” per una vicenda privata che ha portato i carabinieri a denunciarlo per incendio doloso. Ma mai era stato “catalogato” a fatti o dinamiche di criminalità organizzata. L’episodio avvenuto in Sardegna ora è al vaglio degli inquirenti per ulteriori approfondimenti, nel tentativo di risalire ai committenti e alla destinazione del quantitativo di droga.

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