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Ok dell’Asp: i papà ritornano in sala parto per assistere alla nascita dei figli

Il direttore sanitario: «Ripristinata la normalità dopo il Covid, garantendo vicinanza alle neomamme»

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Anche nel punto nascita dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla – come in quelli di Acireale, Bronte e Caltagirone – i papà possono di nuovo entrare in sala parto per assistere le compagne dal travaglio alla nascita del figlio e al rientro in stanza di degenza.

«Ritorniamo alla normalità, dopo il periodo Covid, per garantire vicinanza e supporto alle neomamme in tutte le fasi del parto – afferma il direttore sanitario dell’Asp di Catania, Antonino Rapisarda – e permettere alla coppia di condividere insieme il meraviglioso evento della nascita del loro figlio. Nella cornice del miglioramento dei percorsi nascita voglio, inoltre, ricordare che in tutti i nostri Punti Nascita è attivo il Servizio di Partoanalgesia che vogliamo sempre di più promuovere e incentivare. Con il parto indolore e la presenza del compagno in sala parto vogliamo aiutare le donne a vivere in modo più sereno questo straordinario momento».

«Il compito dei neopapà è quello di essere attenti ai bisogni della compagna, di sostenerla e incoraggiarla», aggiunge il direttore del Dipartimento Materno Infantile, Angelo Tarascio.

Aperte, anche, delle corsie dedicate esclusivamente ai papà che potranno finalmente recarsi in reparto, tutti i giorni, per stare accanto alla madre e al bambino nei seguenti orari: mattina dalle 13.00 alle 14.00, e il pomeriggio dalle 18.00 alle 19.00.

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

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