Fuori città
Sulla grande panchina di Chris Bangle davanti alla meraviglia dei “calanchi”
L’opera (la n. 202 nel mondo) installata in un terreno del Comune, affittato alla famiglia Capizzi


La “Grande Panchina” dell’architetto americano Chris Bangle diventa l’attrazione dei ‘Calanchi del Cannizzola’, nel territorio di Centuripe tra i Monti Erei e l’Etna. In una terrazza panoramica, su un terreno in affitto della famiglia Capizzi di Biancavilla e di proprietà del Comune di Biancavilla, è stata inaugurata oggi pomeriggio l’installazione ‘Big Bench’ che in tutto il mondo ha disseminato in oltre 10 anni delle panchine gigantesche dalle quali ammirare la bellezza che ci circonda. Presenti all’inaugurazione i sindaci di Biancavilla e Centuripe, Antonio Bonanno e Salvatore La Spina, e i rappresentanti delle due amministrazioni.
L’iniziativa rientra nell’ambito del ‘BIG BENCH COMMUNITY PROJECT (BBCP)’ per il sostegno alle comunità locali, al turismo e alle eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala.
Il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina, spiega il suo autore, fa sentire chi vi siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo.
«Il sito – osserva Francesco Capizzi, promotore della Grande Panchina dei Calanchi – sarà aperto 24 ore al giorno, sette giorni su sette, al fine di garantire un afflusso flessibile e liberamente programmabile. L’abbiamo realizzata affinché diventi presidio di un sito dall’inestimabile bellezza e, nel contempo, strumento di riscoperta di quello che vorremmo definire ‘turismo di prossimità’, affinché chiunque possa sentirsi incluso nella fruizione”
“Dall’alto di una panchina gigante – commenta il sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno – tutto ciò che ci circonda si veste di una bellezza diversa. Riempie d’orgoglio il fatto che a promuovere una iniziativa del genere nel nostro territorio siano cittadini di Biancavilla che hanno a cuore lo sviluppo e l’amore della nostra terra. D’ora in poi i siciliani e quanti hanno il privilegio di mettere piede nella nostra terra, hanno un posto in più da ammirare: la Grande Panchina nel ‘deserto’ dei Calanchi”.
“Sognavo da anni l’installazione di una panchina nel mio territorio – spiega Salvatore La Spina, sindaco di Centuripe – e quando ho incontrato Francesco Capizzi che mi informava del progetto è stato un momento commovente. I calanchi sono un posto dell’anima che piano piano cominciamo a essere valorizzati”.
Realizzata senza fondi pubblici, la Grande Panchina inaugurata oggi è la n° 202 nel mondo e rispetta le indicazioni del suo ‘inventore’, Chris Bangle, che ha fornito disegni e indicazioni ai costruttori delle panchine: tutte le sedute giganti, infatti, sono realizzate in punti panoramici accessibili a tutti per essere vissute come un’esperienza collettiva che tutti possono condividere e sperimentare venendo in queste zone.
La donazione fatta dalla famiglia Capizzi per la realizzazione della nuova panchina, viene devoluta dal BIG BENCH COMMUNITY PROJECT ai Comuni coinvolti e destinata a sostegno delle comunità locali.


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Cultura
L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli
L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano


Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.
Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.
«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».
«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».
Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».
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