A “Le Iene” Luca Arena svela il suo volto: «Io, testimone usa e getta»
Per la prima volta il testimone chiave mostra nel programma Mediaset la sua identità
Ancora una volta “Le Iene” tornano a parlare del caso “Ambulanza della morte” di Biancavilla. Lo fanno prendendo spunto dalla condanna della Corte d’assise di Catania inflitta con pena dell’ergastolo all’imputato Davide Garofalo, accusato di 3 omicidi, aggravati dal metodo mafioso.
Ma il servizio punta l’attenzione anche su uno dei testimoni chiave dell’inchiesta, al quale non è stata rinnovata la protezione. Si tratta di Luca Arena, che ha dato un contributo fondamentale anche per l’operazione antiracket “Onda d’urto”.
Per la prima volta, nel programma Mediaset, si toglie il cappuccio e svela il suo volto e la sua identità. E lo fa per denunciare, con tanta delusione, il sistema di protezione dei testimoni di giustizia, che a suo dire presenta parecchie falle.
Cronaca
Arrestato un biancavillese in Sardegna: sul suo camion 70 kg di marijuana
Circa 100 buste sottovuoto: se immessa sul mecato, la sostanza avrebbe fruttato oltre 100mila euro
Un insospettabile. Forse proprio per questo è stato individuato per effettuare un servizio di corriere della droga, con il proprio autoarticolato. Ma non è sfuggito ai “radar” della Guardia di finanza, insospettivi dal suo atteggiamento nervoso.
Un 38enne di Biancavilla è stato fermato al porto “Isola Bianca” di Olbia, in Sardegna. Era in procinto di imbarcarsi sulla motonave diretta a Civitavecchia e Livorno.
Sul suo camion, carico di mobilio usato, le Fiamme gialle, con l’ausilio dei cani antidroga, hanno scoperto un grosso quantitativo di sostanza stupefacente: quasi 70 kg di marijuana. Erano contenuti in oltre 100 buste sottovuoto termosaldate, nascoste in alcuni divani da bar. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato oltre 100mila euro.
I militari hanno, quindi, sequestrato la droga ed arrestato l’autotrasportatore per traffico di stupefacenti, per poi condurlo nel carcere di Nuchis.
A Biancavilla, l’uomo si era fatto “conoscere” per una vicenda privata che ha portato i carabinieri a denunciarlo per incendio doloso. Ma mai era stato “catalogato” a fatti o dinamiche di criminalità organizzata. L’episodio avvenuto in Sardegna ora è al vaglio degli inquirenti per ulteriori approfondimenti, nel tentativo di risalire ai committenti e alla destinazione del quantitativo di droga.
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