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Chiesa

Devozione e tradizioni a Biancavilla per San Giuseppe tra le misure anti-Covid

Momenti di riflessione e preghiera all’Annunziata e nella chiesetta dedicata al “padre della tenerezza”

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Quest’anno la giornata dedicata alla devozione e alle tradizioni di San Giuseppe sarà vissuta sottotono, per via della pandemia. Ricordando questa festa non si può non parlare, per Biancavilla, della tradizione culinaria, espressione di veri e propri ex voto al Santo. Il pane e il riso, con i finocchi e i ceci, che i fedeli offrono e condividono ai vicini di casa o nei vari quartieri della città, in ringraziamento per un miracolo ricevuto, rappresentano le cosiddette “prummisioni”.

Niente di tutto ciò, quest’anno. Ma in diverse chiese di Biancavilla è forte la devozione verso San Giuseppe perché magari c’è un altare o un’immagine a lui dedicati: in chiesa madre, all’Annunziata, all’Idria, a “Cristo Re” e ovviamente nella chiesetta a lui intitolata.

Una chiesetta incastonata nel cuore del centro storico biancavillese, un tempo cappella privata dei baroni Piccione. Edificio sacro che periodicamente viene aperto ai fedeli, anche per la devozione legata alla Madonna dello Spasimo. Pure alcuni circoli ricreativi, quali ad esempio l’Unione operai, ogni anno festeggiano San Giuseppe, distribuendo il pane.

«Quest’ anno ricorre un anniversario particolare legato a San Giuseppe – afferma don Giovambattista Zappalà, vicario foraneo – anno indetto da Papa Francesco in occasione dei 150 anni da quando Pio IX lo proclamò patrono di tutta la Chiesa. Patrono perché custodisce e protegge tutta la Chiesa, come un tempo custodì Maria e Gesù. Oggi – continua padre Zappalà – San Giuseppe è molto amato dal popolo cristiano. È il padre della tenerezza, dell’accoglienza, del coraggio creativo, è stato un padre lavoratore che ha lavorato nell’ombra».

Nella comunità cattolica di Biancavilla non sono mancati, tuttavia, alcuni momenti di ritrovo, preghiera e riflessione, nella chiesetta di San Giuseppe e all’Annunziata, ovviamente rispettando il protocollo previsto dalle norme anti-Covid.

«Quest’anno – sottolinea padre Giosuè Messina, collaboratore di don Zappalà all’Annunziata – la parrocchia, insieme alla confraternita di San Giuseppe, sta organizzando alcune serate di riflessione, il 16, 17 e 18 marzo, mentre la mattina e il pomeriggio del triduo la chiesetta di San Giuseppe rimarrà aperta. È anche un modo per valorizzare questo edificio storico e bello della nostra città».

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Chiesa

Giubileo delle confraternite, in 80 da Biancavilla per l’insediamento del Papa

Delegazioni di cinque congregazioni: sono state le più numerose provenienti dalla diocesi di Catania

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C’è chi, a Roma, ha portato il medaglione. Altri sono andati con il proprio abito tradizionale. Segni distintivi, che esprimono appartenenza e identità culturale, oltre che fede religiosa.

Da Biancavilla sono andati in 80 a Roma per partecipare al Giubileo delle confraternite. Un folto gruppo, il più numeroso partito dall’Arcidiocesi di Catania. I biancavillesi che hanno preso parte al pellegrinaggio appartengono alle confraternite del Santissimo Sacramento, del Rosario, della Mercede, di San Giuseppe e dell’Idria.

Arrivati venerdì a Roma, i gruppi hanno partecipato al pellegrinaggio verso la porta santa, aperta da Papa Francesco la scorsa notte di Natale. Quindi, la processione monumentale tra il Colosseo ed il Circo Massimo con la partecipazione delle più importanti confraternita provenienti da tutto il mondo. E poi, la partecipazione alla messa di insediamento di Papa Leone XIV in piazza San Pietro.

Un’occasione, dunque, per queste realtà associative, di vivere il Giubileo come un momento di comunione ecclesiale con l’opportunità di rinnovare il loro impegno nella fede e nel servizio. Le confraternite hanno testimoniato così la ricchezza della pietà popolare e la vitalità di una fede che ha attraversato i secoli.

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Chiesa

Eletto Papa Leone XIV, le campane suonano a festa nella basilica pontificia

Il titolo alla chiesa madre di Biancavilla fu conferito nel 1970 da Paolo VI con propria bolla

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La Chiesa cattolica ha eletto il Papa: è l’americano Robert Francis Prevost, che ha preso il nome di Leone XIV. In coincidenza con la fumata bianca, a Biancavilla campane a festa in chiesa madre, che è anche basilica pontificia (oltre che Collegiata e Santuario). Un dettaglio che la lega direttamente al Papa.

Il titolo di “basilica minore pontificia” risale al 1970: un riconoscimento avuto con bolla “In Sanctissimam Cristi Matrem” di Papa Paolo VI. Un titolo speciale che in genere si dà per importanza storica, spirituale o architettonico e che implica un legame particolare con il Papa.

Le basiliche pontificie hanno il privilegio di esporre simboli come il padiglione papale, il tintinnabulum (campanella processionale), lo stemma papale e talvolta la concessione di indulgenze speciali.

Dopo la morte di Bergoglio, all’esterno della chiesa biancavillese era stato rimosso l’ovale con lo stemma araldico di Papa Francesco. Un segno della sede apostolica vacante. Si attende ora che venga esposto lo stemma del nuovo pontefice.  

Su Leone XIV si concentrano attese e speranze dei fedeli cattolici. A farsi interprete di questi sentimenti il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno: «Accogliamo con gioia e speranza l’elezione di Papa Leone XIV. In un tempo segnato da divisioni e incertezze, la sua figura rappresenta un richiamo universale ai valori della pace, della solidarietà e della fraternità. A nome dell’intera comunità di Biancavilla, esprimo l’augurio che il suo pontificato possa essere fonte di serenità e guida spirituale per il mondo intero».

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