Politica
“Giorno del ricordo” per Salvatore Furno e per tutte le vittime delle Foibe
La memoria ritrovata: targa marmorea in via Romagnosi intitolata al biancavillese ucciso nel 1945
Da oggi, a Biancavilla una targa ricorda il sacrificio di una vittima delle foibe. Nel Giorno del ricordo, il sindaco Antonio Bonanno ha scoperto una targa commemorativa dedicata a Salvatore Furno, deportato a Capodistria e ucciso nelle foibe nel 1945. La targa si trova in via Romagnosi (già via Collegio) dove Furno abitava assieme alla famiglia. Insegnante e giornalista, Salvatore Furno nacque a Biancavilla nel 1901 per poi trasferirsi in provincia di Gorizia.
Le notizie sulla sua tragica fine prendono le mosse dalle ricerche dello studioso Placido A. Sangiorgio negli archivi di Stato di alcune regioni italiane, i cui risultati sono stati pubblicati per la prima volta nel 2019 da Biancavilla Oggi. Con una comunicazione ufficiale all’amministrazione comunale, l’Unione degli Istriani ha confermato la presenza del nome di un cittadino biancavillese scomparso nell’ambito delle operazioni belliche post 1943. Furno morì a Muggia il 25 maggio del 1945.
«La targa commemorativa che intitoliamo al ‘nostro’ Salvatore Furno – ha affermato il sindaco Bonanno – è un tributo alla memoria ritrovata. Ora sappiamo che un nostro concittadino è stato tra le vittime delle foibe, perseguitato e ucciso sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi. Il nome di Salvatore Furno, la targa commemorativa che a lui intitoliamo, ci fanno sentire parte della grande Storia scritta anche con pagine tragiche come quella che riguarda le foibe».
«Una giornata importante e coinvolgente dal punto di vista emotivo, resa possibile grazie anche alle ricerche di Placido Sangiorgio e alla testata Biancavilla Oggi», ha ancora sottolineato il primo cittadino
Alla cerimonia, presente il presidente del Consiglio Comunale Marco Cantarella. Hanno partecipato alcuni parenti di Furno, commossi del ricordo tributato al loro congiunto dall’amministrazione comunale.
In particolare, il pronipote Franco Furno, che ha reso la sua testimonianza al nostro giornale, ha ribadito: «Sapevamo che nostro zio fosse morto in guerra, ma oggi sappiamo che è rimasto vittima di un “Olocausto” nascosto. Noi siamo veramente orgogliosi di questo riconoscimento e ringraziamo il sindaco e quanti si sono adoperati». Commozione anche da parte della signora Maria Schillaci: «Questa giornata mi ha emozionato tanto, se ci fosse stato mio marito (nipote diretto di Salvatore Furno, ndr) sarebbe stato orgoglioso perché ci teneva tanto sapere in che modo lo zio era morto».
Il presidente dell’Unione Istriana, Massimiliano Lacota, ha inviato un messaggio al sindaco di Biancavilla: «Oggi le nostre tragedie iniziano a essere conosciute, destano interesse tra i giovani, stanno diventando – pur non senza difficoltà – quel patrimonio della storia nazionale che per decenni fu occultato. E questo è stato possibile grazie anche all’impegno di centinaia di Comuni, e tra questi c’è Biancavilla che non può e non vuole dimenticarci e lo dimostra oggi, con questa bella iniziativa, dedicando una targa alla memoria di Salvatore Furno: grazie di cuore».
Prima che la targa venisse scoperta, Padre Giovanni Zappalà ha letto una preghiera, scritta nel 1959 dal vescovo di Trieste Antonio Santin, dedicata alle vittime delle foibe.
La cerimonia di commemorazione ha visto presenti, tra gli altri l’ex amministratore Salvuccio Furnari e il consigliere Antonio Bonanno assai operosi nella ricerca di dati riguardanti l’infoibato biancavillese, il primo, e nell’organizzazione della posa, il secondo. L’assessore alla Toponomastica e vice sindaco Nino Finocchiaro ha sottolineato l’interesse di tutta l’amministrazione per una memoria condivisa che sa condannare persecuzioni ed eccidi da qualsiasi parte essi provengano. Il sindaco ha rivolto un saluto di ringraziamento alle forze dell’ordine per la loro presenza.

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Politica
Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»
Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».
Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.
«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.
Critiche anche al presidente del Consiglio
«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».
Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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