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Padre Zappalà guida l’Annunziata con i sacerdoti Giosuè Messina e Alfio Sarvà

Decisione presa dall’arcivescovo dopo la morte per Covid del parroco Antonino Tomasello

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Due sacerdoti di Biancavilla affiancheranno padre Giovanbattista Zappalà nella parrocchia Annunziata. Si tratta di don Giosuè Messina e don Alfio Sarvà. Saranno loro -come apprende Biancavilla Oggi– a collaborare con padre Giovanni nell’attività pastorale e nella celebrazione delle messe.

Una situazione –va detto – transitoria, resasi necessaria dopo la morte del parroco dell’Annunziata, padre Antonino Tomasello, all’età di 68 anni, a causa del Covid.

Come già comunicato ai sacerdoti biancavillesi dall’Arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, proprio a conclusione dei funerali, a norma del canone 539 del codice di diritto canonico è stato nominato amministratore parrocchiale dell’Annunziata padre Zappalà, attuale vicario foraneo e parroco della chiesa dell’Idria.

L’ amministratore parrocchiale regge e cura la parrocchia in tutto e per tutto, come un parroco, con la differenza che è transitorio.

Vista l’importanza dei compiti a cui è chiamato padre Zappalà, il vescovo ha ritenuto opportuno affidare anche i due sacerdoti come collaboratori.

Don Giosuè Messina, giovane sacerdote biancavillese, è attualmente vicario parrocchiale presso la parrocchia “San Biagio” (di recente ha pubblicato uno studio storico su “La Collegiata di Biancavilla” per le edizioni “Nero su Bianco“). Don Alfio Sarvà, anche lui biancavillese, è attuale collaboratore in chiesa madre e per anni ha operato nella chiesa dell’Annunziata.

Si tratta di un assetto e di disposizioni momentanee che riguardano l’Annunziata, in attesa di future e più certe decisioni da parte dell’Arcivescovo. Una fase delicata che sarà seguita da padre Zappalà, sacerdote che ben conosce quella comunità parrocchiale, avendola guidata per ben 18 anni.

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Chiesa

L’ultimo saluto a padre Nicoletti, il vescovo: «Una persona mite e umile»

Addio al prete morto in sagrestia, mons. Renna: «Ogni presbitero desidera andarsene così»

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© Foto Biancavilla Oggi

Una folla commossa e raccolta, ancora quasi incredula, ha accolto la salma di padre Salvatore Nicoletti nella chiesa “Sacro Cuore”. Un ultimo saluto, alla presenza del vescovo di Catania, Luigi Renna, e dall’emerito Salvatore Gristina.

«La sua vita è stata un dono», ha detto Renna, ricordando il sacerdote, morto a 79 anni, nella chiesa dell’Idria, in sagrestia, colto da malore dopo avere celebrato la messa per la comunità neocatecumenale.

«Siamo stati colti impreparati dalla notizia – ha specificato il vescovo – ma anche consapevoli che le circostanze della sua morte sono la situazione più autentica che un cristiano presbitero possa desiderare». E ancora: «La sua morte, che preferisco chiamarla “transito”, è un prolungamento della eucarestia».

Nella sua omelia, Renna ha ricordato l’impegno e la figura di padre Nicoletti, per 37 anni alla guida della parrocchia dell’Idria: «Il suo è stato un impegno umile e costante. La mitezza e l’umiltà di cuore l’hanno reso una persona amabile e semplice verso tutti. È stato una guida di comunità e sacerdote sempre disponibile».

Alla celebrazione, anche il vicario generale, Salvatore Genchi, oltre al clero biancavillese e altri confratelli provenienti da tutta la diocesi. Con fascia tricolore, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Bonanno, a fianco al presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Portale.

Dai parrocchiani dell’Idria a quelli del “Sacro Cuore” (la chiesa in cui ha maturato la sua vocazione), ognuno con un proprio pensiero legato a padre Nicoletti.

Non è mancato il saluto di Gristina: «Padre Salvatore è un dono del Signore. Con la sua umanità e il ministero esercitato. E noi qui presenti siamo la prova di questo dono del Signore alla comunità di Biancavilla e alla Chiesa di Catania. Ringraziamo Padre Nicoletti per ciò che ci ha donato, conserviamo il suo ricordo e facciamo in modo che questi ricordi diano frutto. Sin dal mio arrivo, mi ha colpito la schiettezza di padre Nicoletti e anche nelle difficoltà non è mai mancata la comunione».

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