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In volo con Lorenzo: ventenne di Biancavilla alla guida di aerei leggeri

Passione e impegno di un giovane, che punta a realizzare un sogno: «Diventare pilota di linea»

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di SALVO CONA

Si chiama Lorenzo Di Perna e ad appena 20 anni è già un pilota di aerei “leggeri”, meglio conosciuti come “light”. E’ uno dei pochissimi giovani che a Biancavilla ha deciso di intraprendere questa prestigiosa professione, con grande orgoglio dei genitori, Antonio e Patrizia Di Perna.

Ed è proprio Lorenzo che a Biancavilla Oggi spiega come nasce questa sua passione.

In realtà, ancora tredicenne, ignoravo questo affascinante mondo e nel momento in cui dovevo scegliere a quale istituto di scuola media superiore iscrivermi, nonostante la scuola si trovasse a Catania, lontano da casa, ho deciso lo stesso di affrontare i sacrifici del caso per poter frequentare l’Istituto tecnico aeronautico “Arturo Ferrarin” di Catania, in via Galermo 152, guidato dal dirigente scolastico Giuseppe Finocchiaro, la cui scuola sforna ogni anno i futuri piloti o i tecnici che nel mondo aeronautico possono trovare spazio in qualsiasi ruolo e settore. Fino al quarto anno di studi non era ancora nei progetti diventare proprio un pilota. Ma al quinto anno, quando ho saputo che la mia scuola proponeva il corso di pilota di aviazione leggera, ho accettato e ho cominciato a prendere coscienza di quanto stavo facendo e della mia scelta.

Ti ricordi il tuo primo volo da pilota?

Si. Me lo ricordo ancora come se fosse oggi. Frequentavo il quinto anno e nel pomeriggio, dopo le lezioni in classe, mi recavo solitamente presso l’aereo club di Catania, dove ad attendermi c’era il mio comandante con cui mi soffermavo per il consueto briefing iniziale e dopo il quale salivo sull’aereo da pilotare, un Tecnam P2002 JF. Ero molto emozionato -aggiunge Lorenzo- e per nulla impaurito, ma solo ansioso di vivere questa esperienza. Ma una volta in volo è stato bellissimo. Avevo diciotto anni e la consapevolezza di pilotare per la prima volta un aereo mi riempiva di grande responsabilità. Anche se il mio primo vero volo da pilota “solista” l’ho vissuto il 23 luglio 2019. Decollato dall’aeroporto di Catania mi sono alzato in volo e mi sono diretto verso la costa Jonica, per poi raggiungere… dopo 47 minuti di trepidante volo… l’aeroporto di Reggio Calabria, da dove sono successivamente ripartito per rientrare a Catania.

Dopo questo tuo primo volo da giovanissimo pilota, quali sono state le tue sensazioni?

Mi sono sentito soddisfatto perché per la prima volta ho capito cosa vive il pilota di un aereo e il fascino del volo che non è solo quello di guardare il territorio dall’alto, ma qualcosa di più grande e prestigioso, considerato che a pilotare un aereo non siamo proprio in tanti. A questo si aggiunge il fatto che si comprende e si avverte anche la preoccupazione di condurre un velivolo, i cui costi non sono certamente esigui.

Adesso a che punto sei di questo tuo cammino professionale?

Ho già acquisito la licenza di “pilota privato” e il prossimo step è quello di acquisire le successive licenze, ovvero quelle di “pilota commerciale” e di “pilota di linea”. Solo allora avrò completato la mia formazione.

Il sogno nel cassetto del giovane pilota Lorenzo Di Perna?

Sono grato ai miei genitori, a papà Antonio sempre occupato nella nostra macelleria di famiglia, e a mamma Patrizia, per avermi entrambi aiutato con tanti sacrifici a realizzare questo mio sogno e di avermi sostenuto nella scelta. Mi hanno sempre incoraggiato, fin dal primo momento, credendo in me, permettendomi di aspirare a diventare, un giorno, un pilota di linea. Lo so io e lo sanno i miei genitori che è un percorso impegnativo, ma sono pronto ad affrontarlo e portarlo a termine, diventando motivo di orgoglio per chi mi conosce e per la comunità della mia amata Biancavilla.

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Storie

Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»

A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»

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Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.

Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».

Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.

«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».

«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».

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Fuori città

I cent’anni di nonna Rosa Leocata, uno sguardo dolce che sa di giovinezza

Trasferitasi 15 anni fa da Biancavilla in Lombardia: festeggiata dal Comune e dalla parrocchia di Parona

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© Foto Biancavilla Oggi

Sette anni fa si è trasferita da Biancavilla a Parona, comune di 1900 abitanti in provincia di Pavia, dove vive con la nuora. Adesso che ha compiuto 100 anni, nonna Rosa è stata festeggiata dal piccolo comune lombardo. Per lei si sono mossi l’amministrazione comunale e la comunità parrocchiale di “San Pietro Apostolo” con padre Riccardo Campari. Il sindaco Massimo Bovo, in fascia tricolore, ha omaggiato la signora Rosa con un mazzo di fiori e una targa ricordo. A fianco a lei, le nipoti Rossella e Ramona Lavenia, Alfio La Delfa e Alessio Leotta, i pronipoti Alice e Francesco, la nuora Eveline Leleu.

Una vita lunga un secolo, quella di Rosa Leocata, nativa di Adrano, ma trasferitasi nel 1927 a Biancavilla, dove ha incontrato l’uomo della sua vita. Dal matrimonio con il marito Placido Lavenia, noto per il suo salone di parrucchiere per uomini e donne, sono nati tre figli: Vincenzo, Carmelo e Santina.

Nel racconto della sua vita non mancano, certo, cicatrici e rimpianti. Rimasta orfana di madre, non ha completato la scuola e, ancora oggi, quando il pensiero torna alla sua infanzia, il suo sguardo si riempie di malinconia: «Se solo avessi potuto studiare…». Ma da bambina imparò presto a lavorare, per poi lavorare come sarta, mostrando una dedizione e un senso del dovere che sarebbero stati il filo conduttore della sua esistenza. Il dolore più grande: la morte prematura dei figli.

«Segnata da sacrifici, dolori, amore sconfinato e una forza d’animo che le ha permesso di attraversare il tempo con dignità e dolcezza. La sua – raccontano i nipoti – è la storia di una donna che ha saputo affrontare ogni avversità trasformandola in un gesto d’amore per chi le stava accanto».

«Un esempio di resilienza»

Nonostante la lontananza dalla Sicilia, a dispetto della sua età, sa maneggiare il tablet ed è solita leggere Biancavilla Oggi per tenersi informata sul suo paese d’origine.

«Nonna Rosa – raccontano ancora i familiari – non ha mai smesso di essere una presenza stabile e affettuosa per chiunque le sia vicino. La sua casa è il rifugio di ricordi dolci e amari, raccontati con una lucidità sorprendente e uno sguardo che, a 100 anni, ancora sa di giovinezza».

«La sua non è solo la testimonianza di un secolo di storia, ma è il simbolo di una donna che non si è mai lasciata piegare dalle difficoltà. Oggi, nella sua lunga vita, possiamo leggere l’essenza stessa della resilienza: la capacità di amare oltre il dolore, di donarsi senza riserve, di accogliere il futuro con un sorriso, nonostante tutto».

Ecco perché questo speciale compleanno ha anche il valore di una conquista. E un’occasione di affetto e gratitudine, che in questo giorno unisce Biancavilla e Parona: «Alla nostra nonna centenaria, l’augurio di continuare a essere l’anima gentile che ispira chiunque abbia la fortuna di conoscerla. Buon compleanno, Rosa: cento anni di te sono un regalo per tutti noi».

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