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Mascherina e assorbente lasciati sul presepe: l’inciviltà diventa oltraggio

Gesto condannato dal consigliere Antonio Bonanno, che propone pure il riutilizzo degli abbobbi

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Non è soltanto un gesto di inciviltà, ma anche un’offesa ad un simbolo e al sentimento religioso della comunità cattolica di Biancavilla. Quanto accaduto in piazza Roma lascia senza parole. Al centro è stato realizzato un presepe artistico con sistemazione di aiuole. L’iniziativa è del Comune, che ha incaricato il maestro Placido Lavenia.

C’era da spettarsi il gesto di qualche idiota. Non era del tutto imprevedibile. Eppure stavolta, l’inciviltà è andata oltre ogni limite.

C’è chi ha messo una mascherina anti-Covid in faccia ad uno dei re Magi. C’è chi ha lasciato un assorbente accanto alla figura della Madonna. E c’è chi, magari sotto effetto dell’alcool, si è lasciato fotografare letteralmente sdraiato accanto al presepe e qualche altro quasi dentro la grotta, simulando il Banbin Gesù.

«In merito al vile gesto che ha interessato i simboli della fede cristiana posti in piazza Roma in occasione del s Natale, esprimo la più profonda indignazione nei confronti degli autori di tale azione, che si distacca dallo spirito comunitario già messo a dura prova dal momento delicato che stiamo vivendo».

Sono queste le parole del consigliere comunale Antonio Bonanno, che manifesta, attraverso Biancavilla Oggi, la sua netta condanna. L’esponente del gruppo “Riparti Biancavilla”, che è anche un carabinieri in servizio presso la Compagnia di Paternò e che ben conosce il territorio, avanza anche una proposta.

La proposta del consigliere Antonio Bonanno

«È stata protocollata una mia proposta, subito accolta da parte dell’amministrazione guidata dal sindaco Bonanno. Nello specifico chiedevo di riutilizzare gli alberi apposti in piazza Roma, in occasione delle festività natalizie, al fine di permettere di dare nuova vita, interessando i dirigenti scolastici degli istituti presenti nel territorio ad accogliere tali doni, Un gesto rivolto alla salvaguardia ambientale, un modo semplice per far capire ai più piccoli l’importanza del riutilizzo e del riciclo».

«Sottolineo l’occasione importante –specifica ancora il consigliere Bonanno– per dimostrare la vicinanza dell’amministrazione alle giovani generazioni attraverso iniziative e progetti formativi soprattutto sul tema del rispetto del territorio e dell’ambiente. Inoltre permetterebbe di accrescere il verde della nostra cittadina nei luoghi interessati alla formazione dei cittadini del domani. Colgo l’occasione di ringraziare l’amministrazione e l’assessore al Decoro urbano, Salvatore Scalisi, che ha seguito l’iter burocratico della proposta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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A Biancavilla prevista una “casa di comunità” tra le 29 che realizzerà l’Asp

Rappresentano il fulcro della nuova rete territoriale che fornirà un’assistenza sanitaria 24 ore su 24

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© Foto Biancavilla Oggi

La Direzione strategica dell’ASP di Catania ha approvato, in linea tecnica e in linea amministrativa, i progetti di fattibilità tecnico-economica di 29 Case di Comunità e di 10 Ospedali di Comunità. L’importo complessivo degli interventi è di poco inferiore a 71 milioni di euro, di cui 66 milioni circa da finanziamento Pnrr e 5 milioni da bilancio aziendale. Una delle case di comunità è prevista a Biancavilla.

Le Case di Comunità sono il fulcro della nuova rete territoriale al quale il cittadino può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. In tali strutture, i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore su 24, ogni giorno della settimana, con un’ampia offerta.

I servizi riguardano: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e comunità, altri professionisti sanitari, supportati da adeguata strumentazione tecnologica e diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc.).

Le Case di Comunità si distinguono in Hub e Spoke, alla luce delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio, al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali.

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