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Riappare il prospetto dell’Idria, chiusura del cantiere ad inizio 2021

Verso la conclusione i lavori sull’edificio sacro per il consolidamento dai danni del terremoto del 2018

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© Foto Biancavilla Oggi

Il campanile e una porzione del prospetto sono stati liberati dai teloni e dalle impalcature del cantiere. Sono già visibili a tutti, dopo l’intervento di restyling eseguito. E presto, a lavori finiti, sarà visibile pure la facciata nella sua interezza.

Manca ormai poco perché la chiesa dell’Idria di Biancavilla –danneggiata dalla forte scossa sismica dell’ottobre 2018– possa essere restituita alla comunità parrocchiale e alla città. Edificio restaurato in ogni sua parte, grazie al finanziamento di 150mila euro erogato dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall’Arcidiocesi di Catania, attraverso i fondi dell’8 x 1000 riservati ai beni culturali ecclesiastici.

La parte superiore del prospetto si presenta con un colore tenue e delicato. Anche l’anfora decorativa è stata ricostruita e collocata al proprio posto, accanto alla cella campanaria. I lavori riguardano pure l’interno.

Ritardati dall’emergenza Covid, gli interventi potrebbero concludersi ad inizio 2021. Anche per questo Natale, quindi, la comunità parrocchiale dovrà utilizzare locali vicini, gli stessi che negli ultimi due anni hanno ospitato i fedeli di questa storica parrocchia.

L’avvio dei lavori è del dicembre dello scorso anno. Cerimonia a cui avevano preso parte il vicario foraneo e parroco, don Giovambattista Zappalà, il suo predecessore, padre Salvatore Nicoletti, il sindaco Antonio Bonanno. Assieme a loro, il direttore dell’Ufficio tecnico diocesano, don Carmelo Signorello, e i progettisti, nonché direttori dei lavori, arch. Francesco Anfuso e ing. Pietro Antonio Furnari.

«Il lavoro della chiesa dell’Idria – avevano spiegato – consiste nella verifica degli elementi di decoro, nel ripristino della facciata interna, nel restauro del prospetto principale, nella pittura della volta e dei muri e, inoltre, nella ricostruzione dei bassorilievi in gesso».

Tutt interventi in via di ultimazione. Forse già a metà gennaio la chiesa potrebbe essere riconsegnata alla parrocchia, come ha comunicato padre Zappalà nel corso della messa domenicale.

L’impresa esecutrice che sta consolidando l’edificio è la Icob srl di Siracusa, con alle spalle 15 anni di esperienza nel settore degli edifici sacri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità

Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari

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Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.

È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.

Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.

Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?

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