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Ancora un contagio all’ospedale: tampone positivo per un infermiere

Il nuovo caso si aggiunge così a quello del medico in servizio al pronto soccorso della struttura

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Si registra un altro caso di contagio all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Questa volta si tratta di un infermiere, che, sottoposto al tampone, è risultato positivo all’infezione causata da Covid-19.

La conferma a Biancavilla Oggi è stata data da fonti qualificate.

Come da prassi, è scattata la procedura di prevenzione con la quarantena che dovrà affrontare l’operatore.

Oltre all’infermiere risulta contagiato, allo stato attuale, un medico in servizio al pronto soccorso della stessa struttura, come avevamo già riferito nei giorni scorsi.

All’ospedale di Biancavilla il monitoraggio prosegue sia sul personale che sui degenti, motivo per cui emergono i casi di contagio, anche quando non si avvertono sintomi.

Nei giorni scorsi, non a caso, un paziente sottoposto ad intervento ortopedico è risultato positivo al contagio. L’esito ha consentito di fare scattare le procedure per arginare la diffusione del virus. Ma il rischio zero non esiste. Possibile, quindi, che il contagio del medico e dell’infermiere siano correlati al paziente con cui sarebbero entrati in contatto al pronto soccorso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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