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Cronaca

In giro con un coltello nei luoghi della movida: subito beccato dai carabinieri

Denuncia scattata nell’ennesimo controllo dei militari: identificati in 52, sottoposti a verifica 25 veicoli

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di VITTORIO FIORENZA

Era in giro a Biancavilla, nei luoghi della movida. Ma con sé aveva un coltello con lama lunga 10 centimetri. I carabinieri hanno chiesto al giovane, un 19enne di Adrano, il motivo per cui portasse quell’arma con sé. Ma il ragazzo non ha dato alcuna risposta e per questo i militari hanno fatto scattare la denuncia, oltre a sequestrare il coltello.

L’episodio è avvenuto venerdì sera. È soltanto l’ultimo di una serie di azioni di controllo nel centro storico di Biancavilla da parte dei carabinieri, impegnati soprattutto nelle zone in cui si trovano pub e bar.

Locali frequentati da giovani in cerca di una serata tranquilla. Ma spesso teatro di risse (diventato virale il video della lite di piazza Annunziata), vandalismo e inciviltà: situazioni che diventano un incubo per i residenti.

La denuncia del 19enne rientra nell’ambito di una serata di controlli, durante la quale sono state identificate 52 persone e sottoposti a verifica 25 veicoli. Nel corso dell’attività dei militari è stato anche segnalato alla Prefettura di Catania come “assuntore di sostanze stupefacenti” un 30enne, sorpreso alla guida di uno scooter mentre aveva in tasca 5 grammi di marijuana.

La settima precedente altri controlli a tappeto: 103 persone identificate e 57 veicoli verificati, di cui 5 sottoposti a sequestro amministrativo. Da aggiungere: 8 patenti ritirate, quasi 12mila euro di multe effettuate per violazione del Codice della strada con 13 sanzioni, oltre a segnalare 7 giovani per assunzione di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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