Connettiti con

Cronaca

“Città blindata”, 190 anni di carcere: pena più alta per Pippo “l’avvucatu”

Tra i 18 condannati l’ex sindaco Marcello Merlo per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa

Pubblicato

il

di VITTORIO FIORENZA

Quasi 190 anni di carcere, complessivamente, inflitti per condannare gli imputati dell’operazione “Città blindata”, coordinata dal pm Andrea Bonomo, magistrato che ben conosce le dinamiche della mafia biancavillese, avendo seguito pure le inchieste su “Onda d’urto”, “Reset” e “Ambulanza della morte”.

Sono pene severe (nonostante lo sconto di un terzo dovuto al rito abbreviato), quelle riportate nella sentenza di primo grado (letta da Biancavilla Oggi) emessa dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Catania, Simona Ragazzi, per il blitz condotto da carabinieri e polizia, arricchito dal contributo dato dal collaboratore di giustizia Vincenzo Pellegriti, condannato comunque a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Un’operazione che ha fatto emergere i passaggi, le incomprensioni, le tensioni interne all’organizzazione tra i fratelli Pippo e Vito Amoroso e Alfio Ambrogio Monforte. Altro elemento riguarda, poi, il ruolo di Massimo Merlo ed il coinvolgimento del fratello, l’ex sindaco Marcello Merlo. Per quest’ultimo è stato riqualificato il reato in concorso esterno in associazione mafiosa, riconoscendogli così le circostanze attenuanti generiche.

“Città blindata”, tutte le pene

La pena più alta, a vent’anni di galera, riguarda l’elemento di vertice, Pippo Amoroso detto “l’avvucatu”, sfuggito ad un agguato, nel gennaio 2016, rimanendo ferito ad un fianco e ad un braccio, e che a sua salvaguardia decise l’acquisto di un’auto blindata: da qui il nome dato all’operazione.  

Per Vito Amoroso, Alfio Ambrogio Monforte e Gregorio Gangi, 14 anni di carcere ciascuno. Ai cognati Carmelo Vercoco ed Alfio Muscia 14 anni e 10 mesi ciascuno. Inflitti 12 anni ad Alberto Gravagna. Condannato a 10 anni e 10 mesi Riccardo Pelleriti. Per Vincenzo Salvatore Panebianco 10 anni e 8 mesi, mentre Roberto Licari a 10 anni. Pena ad 8 anni di galera per Tino Caruso, Angelo Girasole e Vincenzo Monforte. Poi Mario Venia a 7 anni e 6 mesi, Marcello Merlo a 7 anni, Andrea Monforte (anche per lui reato riqualificato in concorso esterno) a 6 anni e 4 mesi, Antonio Santo Grillo a 4 anni e 18mila euro di multa, il pentito Vincenzo Pellegriti a 3 anni e 4 mesi (riconosciuta per lui l’attenuante della collaborazione).

Assoluzione per Antonino Aricò e, per altro capo di imputazione, Angelo Girasole. Altri imputati seguono il rito ordinario. Entro 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza, l’ennesima che mostra la forte presenza dello Stato su un territorio, quello biancavillese, a forte e radicata presenza mafiosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Ubriaco alla guida della sua auto, denunciato giovane di Biancavilla

È successo al centro di Catania: sottoposto all’alcoltest, il 23enne era anche barcollante

Pubblicato

il

Un 23enne di Biancavilla è stato sottoposto a controllo e all’alcoltest, nelle vie del centro di Catania, da parte dei carabinieri del Nucleo Radiomobile. Il giovane, in piena notte, sfrecciava alla guida di un’auto di grossa cilindrata

Quando i militari gli hanno chiesto di scendere dal veicolo, il conducente barcollava. Non riusciva nemmeno ad esprimersi correttamente perché aveva la bocca “impastata”, come solitamente accade a chi abusa di alcolici.

L’etilometro ha confermato ciò che i Carabinieri avevano già compreso: il ragazzo aveva un tasso alcolemico pari a 0,99 grammi per litro, ovvero superiore alla soglia di 0,8 g/l prevista dal Codice della Strada.

Per questo motivo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria e la sua auto è stata affidata all’amico che viaggiava con lui, che non aveva bevuto alcolici.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti