Cronaca
Nuovo collaboratore di giustizia fa tremare il clan di Biancavilla


L’ultimo suo arresto è di alcune settimane fa: coinvolto, assieme ad altri tre soggetti (tra cui la compagna) nell’operazione dei carabinieri “Callicari”, che ha spazzato via diverse piazze di spaccio di marijuana e cocaina di Biancavilla. Ma la sua foto segnaletica, nelle cronache, appare per la prima volta nel 2008, in occasione dell’operazione “The wall”.
Ha curato sempre lo spaccio di sostanze stupefacenti, nell’orbita del clan mafioso locale, con cui ha mantenuto i contatti con i vari esponenti di vertice che si sono susseguiti.
Da qualche giorno, Vincenzo Pellegriti ha deciso di collaborare con la giustizia, andando così a rinforzare la schiera di “pentiti”, utili a fare luce sulle dinamiche, gli affari e l’organigramma della criminalità organizzata nella zona etnea. E i tentacoli di quella biancavillese sono stati particolarmente agitati nell’ultimo decennio con una escalation di omicidi e agguati falliti e una forsennata corsa per accaparrarsi un posto di potere, soprattutto dopo il vuoto venutosi a creare dopo l’omicidio di Giuseppe Mazzaglia “Fifiddu”.
Finora, i contributi ai magistrati per svelare i segreti del clan biancavillese sono arrivati da collaboratori di Adrano, Paternò o Catania. È mancato il pentimento di esponenti organici al clan di Biancavilla. Casi a parte e ben distinti, infatti, sono quelli dei fratelli Luca e Giuseppe Arena, imprenditori diventati testimoni di giustizia, che hanno dato un preziosissimo impulso alla Dda di Catania, portando alle operazioni “Onda d’urto” e “Reset” e all’inchiesta sulla “ambulanza della morte”.
Ecco perché, ora, la decisione di Pellegriti (maturata nell’ambito del procedimento scaturito dall’ultimo blitz, “Città blindata”) costituisce una opportunità di rilievo per i magistrati catanesi e per le forze dell’ordine che hanno falciato a più riprese la mafia biancavillese, ma tanti aspetti devono essere ancora chiariti.
Pellegriti ha assistito alla lunga metamorfosi del clan locale, fino al suo spappolamento e alla formazione di sottogruppi agguerriti tra loro. Ed ha visto il susseguirsi degli esponenti di vertice, man mano che ognuno finiva morto ammazzato sotto il fuoco nemico o arrestato dalle insistenti operazioni di carabinieri e polizia: da Giuseppe Mazzaglia ad Alfredo Maglia, da Carmelo Vercoco ai fratelli Vito e Pippo Amoroso, da Alfio Monforte a Massimo Merlo.
Per questo, i magistrati puntano ad informazioni di primissima mano. E Pellegriti ha già cominciato a parlare, producendo i primissimi verbali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca2 mesi fa
Lite furibonda a Biancavilla tra quattro donne: intervengono i carabinieri
-
Cronaca2 mesi fa
Luca Arena, sei anno dopo: «Felice delle mie scelte, sono un’anima libera»
-
Cronaca2 mesi fa
Ladri in azione in una villetta di Biancavilla ripresi dalle telecamere
-
Cronaca2 mesi fa
Tre rapine in 20 giorni: immagini video “incastrano” un 45enne di Biancavilla