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Sos delle estetiste (regolari) di Biancavilla: «Attenti alle operatrici abusive in casa»
Dopo i barbieri, un’altra categoria alza la voce: «Va sconfitto un fenomeno che rovina le clienti, noi e lo Stato»
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È una delle categorie penalizzate in questa emergenza. Certamente tra le più esposte ai rischi. Ecco perché c’è la consapevolezza della necessità della chiusura delle attività. Peccato, però, che il settore –cosa risaputa ben prima dell’arrivo dell’epidemia– è pieno di operatoratrici abusive e, ancor più grave, improvvisate.
Il settore è quello delle estetiste. In quattro vogliono fare sentire la propria voce attraverso Biancavilla Oggi. Sono Fina Bisicchia, Simona Ferro, Maringela Grasso e Antonella Paratore: tutte in regola.
«Questa “emergenza covid” ha messo alle strette le nostre attività e chiuso i nostri centri estetici, sebbene lavoriamo da sempre con i dovuti dispositivi di sicurezza sia personali e sia per le clienti. È chiaro che non ci possiamo permettere di lavorare senza sterilizzare o disinfettare un attrezzo, un piano di lavoro, garantendo il monouso per i trattamenti che effettuiamo», viene specificato in una nota inviata alla nostra redazione.
«Nonostante tutto, nel rispetto delle normative ministeriali, la chiusura è stata fatta per garantire in primis la salute delle clienti e poi la nostra. Però ci sono clienti –viene evidenziato– che non si cautelano e continuano a mantenere la cura della propria persona, forse spinte dalle abusive che continuano indisturbate a lavorare a casa o fare il servizio domicilio, togliendo un potenziale lavoro futuro a noi».
C’è un aspetto di concorrenza sleale, dunque. Un esercito di operatrici-fantasma. Ma anche locali non idonei con i rischi che ne conseguono. Aspetti analoghi a quanto già denunciato da barbieri e parrucchieri di Biancavilla, sempre da queste pagine.
Da qui, l’allarme di Bisicchia, Ferro, Grasso e Paratore: «Facciamo appello affinché non si corra il rischio, andando a casa di altre o chiamando presso il proprio domicilio pseudoestetiste che non attuano assolutamente le norme igienico sanitari. Altro appello lo facciamo alle autorità competenti, che hanno il dovere di sconfiggere questo fenomeno che rovina le clienti, noi e lo Stato».
«Speriamo sia chiaro quello che succede dietro le spalle di chi –concludono– è in regola, paga le tasse e alla riapertura dovrà sostenere spese esorbitanti per rendere sicuri i servizi e i locali, attenendosi ai nuovi protocolli di lavoro che entreranno in vigore».
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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»
Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate
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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».
Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.
Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.
C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.
«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».
«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».
Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.
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