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Allarme acceso dai “barber” di Biancavilla: «Il virus non ferma sciacalli e abusivi»
«Si vedono in giro pieghe perfette e barbe curate, c’è chi fa servizio a domicilio con tutti i rischi possibili»

«Non ritenuti necessari in questa emergenza sanitaria, a casa sono rimasti parrucchieri, barbieri e estetiste. Attività che offrono un servizio di cui, teoricamente, se ne può fare a meno. E se i professionisti del settore hanno rispettato alla lettera le restrizioni, abbassando le serrande, ad accontentare gli estimatori del look anche durante la quarantena, ci hanno pensato gli abusivi. Pettine e forbici alla mano, o creme e lozioni per il corpo, o ancora prodotti per la cura delle unghie e gli sciacalli dell’ultima ora hanno offerto un servizio a domicilio, sfidando lo Stato e il virus. Con tanto di rischi non soltanto per i prodotti utilizzati, ma anche perché mine vaganti e potenziali untori del Covid-19».
Lo affermano, tramite Biancavilla Oggi, i barbieri e i parrucchieri di Biancavilla, in rappresentanza della categoria di artigiani altamente penalizzata e senza prospettive rapide di riapertura delle attività.
«È ben noto a tutti -sottolineano- quanto sta accadendo, eppure nonostante i controlli, tanti sedicenti parrucchieri, barbieri ed estetiste continuano ad operare senza problemi, offrendo servizi a domicilio, senza aver in tasca nessuna licenza. Sciacalli che, oltre a rovinare la nostra categoria, mettono a rischio i clienti».
L’esercito degli abusivi non è certo una novità, è sempre esistito anche prima della pandemia. Ma forse meno forte, proprio per la possibilità di scelta che i clienti avevano, ovvero quella di affidarsi a esperti o mettersi nelle mani dei parrucchieri improvvisati.
Per senso di resposabilità, buona parte dei barbieri biancavillesi aveva deciso di chiudere la bottega già alcuni giorni prima che fossero dispsoste le restrizioni in tutto il territorio nazionale. Segno di consapevolezza dei rischi sia per i clienti che per i lavoratori.
«Un mestiere che non può essere fatto senza una preparazione, senza rispettare le norme igienico-sanitarie. Utilizzare spazzole e forbici non sterilizzate è un ulteriore rischio», sottolineano gli iscritti alla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Sicilia ) con sede a Biancavilla.
Una denuncia che si basa su prove certe: «È palese quanto stia accadendo. È evidente che c’è qualcuno che sta fornendo un servizio a domicilio perché c’è da chiedersi come mai tante persone hanno una piega perfetta, niente capelli bianchi o barbe curate, così come manicure all’ultima moda. Insomma, non prendiamoci in giro: il grande danno con cui saremo costretti a fare i conti sarà decretato anche dagli abusivi, ora più che mai».
«A noi – dicono barbieri e parrucchieri – è stato dato un “contentino” di 600 euro che è bastato per coprire parte delle spese, visto che siamo oramai fermi da quasi due mesi».
Soldi che escono ma non entrano perché parrucchieri, barbieri e estetiste resteranno chiusi ancora per molto tempo. Anche per un’organizzazione ancora in alto mare, che possa dare una gestione sicura e a prova di virus, con la possibilità di riaprire le botteghe. Tra le prime ipotesi c’era quella di offrire il servizio a un solo cliente per volta.
Una possibilità che non darebbe ossigeno alla categoria degli artigiani e nello specifico proprio agli hair stylist che, in effetti, dimezzerebbero di gran lunga il fatturato, con tutte le conseguenze di una mancata coperture delle spese che, inevitabilmente, resteranno le stesse. Ed è così che molte serrande rischiano di restare abbassate anche dopo l’uscita dall’attuale emergenza sanitaria. Dubbi sulle riaperture che hanno fomentato il mercato sommerso e l’onda anomala di parrucchieri, barbieri e estetiste abusivi ha inghiottito in un sol colpo buona parte degli artigiani regolari, che per le restrizioni, invece, hanno dovuto deporre le armi del mestiere.
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Una stagione, un cappello: questi i modelli ideali in base al periodo dell’anno

Quando si parla del cappello, si inquadra un accessorio che ha attraversato i secoli e che, da sempre, permette di distinguersi per originalità o ricercatezza.
Di modelli in commercio ce ne sono così tanti che, a volte, può essere difficile trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Fortunatamente il cappello è un accessorio che diversamente da altri può essere indossato 365 giorni all’anno e questo grazie all’esistenza di modelli prettamente estivi o primaverili – in cui sono inclusi anche quelli da baseball, di cui vengono mostrate diverse varianti su Fullgadgets.com – e di altri decisamente più adatti alle stagioni fredde, ovvero autunno e inverno.
Quali sono i più trendy? Scopriamone qualcuno nelle prossime righe!
Cappellino da baseball con visiera
Il berretto da baseball con visiera – questo è il nome tecnico dell’accessorio – è entrato a far parte della storia della moda nel 1860. Nel corso di quella stagione sportiva, i giocatori della squadra di baseball Brooklyn Excelsiors indossarono quello che, a tutti gli effetti, può essere definito come un antenato dell’accessorio attualmente disponibile sul mercato e indossato ogni giorno da milioni di persone, con le influencer che mettono al centro dell’attenzione modelli con specifici colori.
Indossato inizialmente per proteggere gli occhi dei giocatori di baseball, oggi è molto amato sia in tinta unita, sia con loghi di squadre sportive e atenei, senza dimenticare le città (alcune, come New York, sono dei veri e propri brand).
Si indossa soprattutto nei mesi caldi dell’anno, ma nessuno vieta di indossarlo pure in autunno o in inverno come dettaglio in più capace di aggiungere carattere al look.
Coppola
Cappello tra i simboli universali della Sicilia, la coppola, secondo alcune teorie, sarebbe stata inventata non in Trinacria, bensì nel Regno Unito. Sarebbero stati poi alcuni inglesi, emigrati in Sicilia, a diffondere il suo utilizzo nell’isola.
Apprezzato dai fan dello stile vintage e reso trendy, negli ultimi anni, da celebrities come David Beckham e Brad Pitt, viene indossata soprattutto in inverno. Per proteggersi dal freddo e, nel contempo, non rinunciare allo stile, è il caso di focalizzarsi verso tessuti come il velluto a coste, non plus ultra dell’eleganza, e il tweed.
Bucket hat
Il bucket hat, meglio conosciuto, in Italia, come cappello da pescatore, è un altro accessorio versatile che, negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social sta vivendo un grande momento di popolarità.
Nato in Irlanda all’inizio del ‘900, è adatto a tutte le stagioni ed è anche un’icona della cultura hip hop e del rap.
A seconda del materiale, può essere indossato in una stagione piuttosto che in un’altra.
Nei mesi freddi dell’anno si può, per esempio, focalizzarsi su modelli in pile e in tessuto.
In primavera e in estate, invece, si può rendere speciale il look con un cappello da pescatore in denim, dettaglio originalissimo nei look total denim che si ispirano agli anni ‘90, ma anche indossarne uno in feltro.
Berretto di lana
Se c’è un modello di cappello che, nei mesi freddi dell’anno, va tantissimo, questo è il berretto di lana, un grande classico della moda casual. Il celebre beanie è comodissimo quando si tratta di proteggersi dal freddo, in quanto permette, a differenza degli altri modelli descritti, di coprire completamente le orecchie.
Ancora una volta, parliamo di un accessorio che, al di là della comodità, deve molta della sua popolarità alle influencer.
Sono numerose le star di Instagram che lo indossano sia nei loro post, sia quando vengono fotografate per strada.
Degna di menzione, in questo caso, è Chiara Ferragni, che lo sfoggia di frequente nei suoi street look e che lo ha incluso anche nelle collezioni del suo brand di moda.
Tornando alla stagionalità, rammentiamo che molti VIP, soprattutto internazionali, lo scelgono pure per look estivi, abbinandolo a capi come la canottiera.
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Dario
20 Aprile 2020 at 11:59
Siamo nella merda, venditori ambulanti abusivi in giro, bancarelle di verdura,negozi aperti, gente che esce solo per comprare gratta e vinci, code per girare per necessità,ma le forze dell’ordine dove sono? Abbiamo vigili urbani a biancavilla, invece di fumare il sigaro signor comandante faccia rispettare le leggi