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Mascherine anti-contagio ormai introvabili, sarta di Biancavilla le cuce per regalarle

«Sono a casa e per ora ne sto realizzando un po’ per i dipendenti dei supermercati, se ne avessero bisogno»

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© Foto Biancavilla Oggi

Mascherine anti-contagio, quanto è difficile trovarle. Anzi, impossibile. A Biancavilla diverse farmacie hanno dovuto mettere un avviso all’esterno: «Non abbiamo mascherine». Ma c’è una sarta, Lavinia Chiovetta, che in paese ha il suo laboratorio, “Il mondo di Lavinia”, e che le sta realizzando artigianalmente, in un quantitativo minimo, per poterle regalare. Un gesto solidale e significativo, in un momento drammatico come quello che tutti stiamo vivendo a causa dell’emergenza coronavirus.

«Io sono una vostra concittadina acquisita, sono la sarta e la tappezziera con il proprio laboratorio in via Cristoforo Colombo, ho abbassato anch’io la mia saracinesca nel rispetto di tutti voi e di me stessa. Adesso sono a casa e sapete cosa faccio? Cucio delle mascherine che potrebbero servire a chiunque, ma per una vera necessità, non per gironzolare», racconta Lavinia a Biancavilla Oggi.

«Sono mascherine che cucio a casa, non le vendo a nessun negozio. Per il momento –continua la sarta– ne sto cucendo un po’ per i dipendenti dei supermercati, se ne avessero bisogno. Quando andrò a fare la spesa gliele porterò. Se qualche privato le vuole può venirle a prendere a casa mia, previa telefonata, e io le potrò consegnare dalla fessura della cassetta postale che c’è sul portone. Io sto bene, ma consiglio comunque di lavarle prima di indossarle, perché il tessuto che utilizzo (Tnt) proviene dalle fabbriche».

Un modo di stare a casa, utile e proficuo. «Ma vedo –conclude Lavinia– che tanti non lo fanno, bambini in bici fuori a mangiare panini, file interminabili ai supermercati (ci si potrebbe fare una bella provvista e comprare il pane al panificio) e tanto altro ancora. Tutto questo non rispetto è inaudito. Non siamo in ferie, purtroppo. “Andrà tutto bene” solo se riusciremo ad essere pazienti e rispettosi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”

«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»

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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.    

«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».

Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».

Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».

Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».

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