Chiesa
Quel 4 agosto 1588 e il ritrovamento del corpo di San Placido a Messina

Una rappresentanza di fedeli del Circolo San Placido di Biancavilla, assieme al prevosto, padre Pino Salerno, si è recata a Messina, dove si svolge la commemorazione del ritrovamento (il 4 agosto 1588) del corpo del martire benedettino e dei suoi compagni, trucidati (secondo una plurisecolare tradizione) sulle rive del porto della città nel lontano 541.
L’evento agostano di Messina ricorda l’episodio, del tutto fortuito, del ritrovamento delle ossa di oltre 30 martiri, venuti alla luce quando il nuovo priore della chiesa di San Giovanni Battista dei Cavalieri Gerosolomitani decise di aprire tre nuove porte dalla parte del mare collocando l’altar maggiore sul lato opposto. A 3 metri e mezzo di profondità alcuni manovali scoprirono un sarcofago con quattro corpi umani, quello centrale teneva un’ampolla all’interno della quale erano contenuti i resti di una lingua. Estendendo gli scavi, furono trovati parecchi altri corpi.
Il fatto fece riemergere il ricordo di ciò che fino ad allora era considerata solo una leggenda: il martirio di San Placido, dei suoi fratelli e dei compagni monaci avvenuto più di mille anni prima, e diede nuovo lustro e onore alla città di Messina. Portò, inoltre, nuove glorie e vigore all’intero odine benedettino che potè vantarsi di avere tra i primissimi discepoli del patriarca Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale, anche dei martiri. La notizia quindi fu diffusa con impegno e attenzione, attribuendone il massimo rilievo. Le reliquie dei martiri furono inviate nei principali monasteri e cenobi dell’ordine, in Italia e in tutta Europa, facendo rifiorire ovunque il culto per il santo martire e, per estensione, facendo rinvigorire il prestigio dell’ordine benedettino cassinese.
Il Papa Sisto V emanò un breve pontificio e concesse di poter celebrare la festa di san Placido a Messina e nella Chiesa Universale.
In questo periodo, Biancavilla, sorta poco più di cento anni prima, attraversava una crisi religiosa dovuta alla decadenza de rito greco portato dagli albanesi fondatori. Il vescovo Giandomenico Rebiba intervenne per sanare quel momentaneo disordine e, in accordo con l’abate dell’Abazia di Santa Maria di Licodia, Romano Giordano, decise di latinizzare una volta per tutte le genti di Biancavilla, offrendo proprio una insigne reliquia (il braccio destro) del Santo Monaco, in possesso già da qualche anno dell’Abazia.
La presenza delle reliquie di San Placido nel centro etneo ha influito notevolmente non solo da un punto di vista religioso (devozione, riti, ecc.), ma anche, e forse soprattutto, da un punto di vista sociale (si pensi ad esempio alla questione dell’identità della nostra comunità che si ritrova unita proprio per la festa di ottobre), ed economico (in altri tempi le fiera franca di San Placido aveva inizio il 5 settembre e si concludeva a ottobre inoltrato, con l’enorme capacità di smuovere tutta l’economia paesana).
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Chiesa
I giovani di Biancavilla ricevuti dal vescovo: «I nostri talenti, i nostri sogni»
I ragazzi e gli animatori dell’oratorio dell’Annunziata accompagnati dal parroco, don Giosuè Messina

Una folta rappresentanza dei giovani dell’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata di Biancavilla ricevuti da mons. Luigi Renna al palazzo arcivescovile, a Catania. Un incontro proficuo nel quale si è parlato dei talenti e dei sogni giovanili. Non è mancato un pensiero rivolto a Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex fidanzato, con un’esortazione del vescovo al rispetto.
«È stato un incontro molto arricchente ed edificante per noi giovani», dice Samuele Salamone, uno degli animatori dell’oratorio “Don Bosco”. Realtà giovanile viva, che sta crescendo sempre più nel nostro territorio, promuovendo iniziative sociali, culturali e religiose.
I giovani dell’oratorio, nell’incontro con Renna, sono stati accompagnati dai loro animatori e dal parroco, don Giosuè Messina. Ad ognuno, Renna ha regalato un libro di spiritualità.
«Ci ha incoraggiati –prosegue Samuele – a sfruttare i nostri talenti per il bene nostro e degli altri. L’arcivescovo ha evidenziato che dobbiamo credere in Dio e affidarci sempre a Lui. Il rapporto di fede nasce infatti con Dio. Ma ci sono altri rapporti molto importanti, quello sentimentale, per esempio».
«È stata per noi una gioia presentare i nostri giovani e nello stesso tempo raccontare come si impegnano a vivere da buoni cristiani. D’altra parte, – sottolinea padre Giosuè Messina – l’arcivescovo non ha esitato ad incoraggiare i ragazzi e i loro educatori in questo cammino delicato ed importante. Il tema del nostro incontro è stato “I sogni degli adolescenti nella crescita cristiana”, che l’arcivescovo ha sviluppato attraverso la parabola dei talenti. Non è mancato un accenno al fatto di cronaca di queste ultime settimane, quello della cara Giulia. Il padre vescovo ha esortato a vivere bene tutte le relazioni, nel rispetto reciproco, come il Vangelo ci insegna».
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