Cultura
Fu un medico illustre di Biancavilla, la “Treccani” gli dedica una voce
Non un letterato come Antonio Bruno né un vignettista come Pippo Coco. L’unico biancavillese presente nelle pubblicazioni del prestigioso Istituto dell’Enciclopedia Italiana è un medico.
Si distinse per le sue ricerche e per la sua attività clinica, nel campo della ginecologia e dell’ostetricia. Wladimiro Ingiulla fu un medico nativo di Biancavilla, morto nel 1972. Il suo profilo è presente in una voce curata da Ettore Calzolari per il Dizionario biografico degli italiani della “Treccani”, nel volume 62, alle pagine 387-388.
Ecco quanto riporta la voce enciclopedica per Wladimiro Ingiulla:
«Nacque il 1° genn. 1913 a Biancavilla, piccolo Comune alle pendici dell’Etna, da Salvatore, che vi esercitava la professione di medico condotto, e da Agatina Amico. Rimasto orfano di padre in tenera età, superando comprensibili difficoltà e grazie al costante sostegno della madre e del fratello Angelo, nel 1937 poté laurearsi in medicina e chirurgia presso l’Università di Milano. Molto verosimilmente fu nel periodo milanese che, affascinato dalla prestigiosa scuola ginecologica di L. Mangiagalli, orientò decisamente le sue scelte future: conseguita la laurea, infatti, dopo brevi frequenze in varie sedi universitarie, approdò alla clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Firenze diretta da E. Ferroni, allievo di Mangiagalli. Alla scuola di Ferroni l’I. iniziò la sua carriera universitaria come assistente e, dal 1939, la proseguì con il nuovo direttore della cattedra fiorentina C.A. Decio: infatti, dopo il matrimonio dell’I. con la figlia di Ferroni, questi – per evitare possibili critiche e desiderando assicurare al genero una carriera clinica e scientifica pienamente autonoma – aveva preferito concludere in anticipo la propria attività accademica. Alla scuola di Decio l’I. poté completare la propria formazione clinica e scientifica, affinando la naturale disposizione chirurgica e acquisendo la necessaria esperienza. Conseguita nel 1942 la libera docenza in clinica ostetrica e ginecologica, fu dapprima assistente incaricato, poi effettivo, quindi, dal 1946, aiuto. In questo primo periodo di attività fu autore di ricerche scientifiche relative ai diversi settori della specialità, caratterizzate tutte dall’esame di particolari aspetti biologici e non indirizzate, secondo la tendenza del tempo, esclusivamente al trattamento di temi di meccanicistica e casistica ginecologica. Nel 1946, quando la Società italiana di ostetricia e ginecologia tenne a Firenze la sua prima riunione dopo la parentesi bellica, l’I. fu chiamato a far parte del comitato organizzatore».
Cultura
“I Belvedere dell’Anima”, il maestro Antonio Presti fa tappa alla “Sturzo”
Il mecenate agli alunni della scuola di Biancavilla: «Coltiviamo la bellezza e restituiamola al territorio»
“Grande Madre Etna: i Belvedere dell’Anima”. Il progetto del maestro Antonio Presti, celebre per il suo impegno nella valorizzazione artistica e territoriale, presentato nella scuola media “Luigi Sturzo” di Biancavilla.
Un progetto che guarda oltre il visibile. L’iniziativa, promossa dalla fondazione che porta il nome del mecenate, ha come obiettivo quello di rigenerare i luoghi simbolo del territorio etneo, trasformando i belvedere in veri e propri “bel-vedere dell’anima”. Attraverso il coinvolgimento delle scuole, il progetto mira a sensibilizzare le nuove generazioni alla bellezza del paesaggio, alla cultura e alla tutela ambientale, promuovendo una visione che va oltre il turismo di massa e abbraccia la spiritualità e il legame con la natura.
Presti ha invitato i ragazzi a riflettere sul ruolo dell’uomo nei confronti della natura e sulla necessità di un nuovo approccio culturale che valorizzi la bellezza come strumento di crescita personale e collettiva. «La grande madre Etna – ha detto Presti – ci insegna che la bellezza non è solo ciò che vediamo, ma ciò che sentiamo e custodiamo. Il nostro compito è coltivare questa bellezza e restituirla al territorio».
«Onorati di essere parte del progetto»
L’appuntamento alla “Sturzo” segna l’inizio di un percorso che vedrà la scuola protagonista di un coinvolgimento attivo nel progetto. Nei prossimi mesi, gli studenti avranno l’opportunità di approfondire i temi trattati e di partecipare a visite guidate presso i belvedere selezionati.
«Si tratta di un’occasione unica per i nostri giovani, che potranno riscoprire il territorio non solo come risorsa naturale, ma – ha sottolineato la dirigente Concetta Drago – come parte integrante della loro identità culturale. Siamo onorati di essere parte di un’iniziativa che lascia un segno profondo nelle coscienze di chi vi partecipa».
La presentazione del progetto ha visto la partecipazione dell’assessore comunale all’Istruzione, Vincenzo Randazzo, di Filadelfio Grasso, pedagogista, autore di varie pubblicazioni e collaboratore di Biancavilla Oggi, e di Enzo Meccia, presidente dell’associazione SiciliAntica.
«Il nostro territorio ai piedi della Montagna ci parla di resilienza, ci educa a rialzarci dopo ogni caduta e ogni difficoltà – ha detto Filadelfio Grasso – come nel 1669 quando la disastrosa colata lavica distrusse 17 paesi etnei. Ma la forza e la tenacia dei nostri conterranei hanno saputo trarre da quel fuoco solidificato la pietra per edificare le proprie case e i propri paesi ancora più belli e maestosi».
Meccia ha parlato dei mulini ad acqua, delle fontane e delle tante bellezze del nostro paese che ormai stanno scomparendo.
L’incontro si è concluso con un vivace dibattito tra gli studenti e il Maestro Presti. Iniziativa resa possibile da Martina Migliorini e dai referenti di istituto, Giovanni D’Alì e Concita Asero: «Ancora una volta cultura, educazione e territorio possono intrecciarsi per generare bellezza e consapevolezza».
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