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Detto tra blog

Quanto ci vuole a rifare un muro? Siamo a Biancavilla, mica in Alaska

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Ho visto girare su Facebook foto della superstrada ricostruita in Alaska, una settimana dopo il terremoto. Non capisco tutto questo stupore! Sempre a guardare quanto sono bravi gli altri!

Ma perché non parliamo, invece, della celerità di noi biancavillesi nel ricostruire il muretto a secco sulla via Sant’Ambrogio, il cui crollo, avvenuto due mesi fa per colpa di due gocce d’acqua, è tutt’ora causa della chiusura della strada di raccordo con la Ss 284?

Ah sì, forse perché la strada non è comunale ma provinciale e, dunque, l’istanza dovrà prima andare al protocollo, poi verrà trasmessa all’ufficio competente, successivamente verrà fissata la data del sopralluogo, poi verrà nominato il tecnico che dovrà fare i rilievi, il quale sottoporrà la pratica al vaglio del dirigente, il cui dirigente la esaminerà e la manderà in Consiglio.

Consiglio che ne discuterà ampiamente per due sedute e che ne delibererà l’inaccettabilità poiché vi è stato un errore in fase di istruttoria iniziale, in quanto non è stata applicata la marca da bollo da 16 euro ma da 17.71. Si redige così un verbale di respingimento che viene protocollato e dunque successivamente notificato al… il quale dirà che… e trasmetterà la pratica a… che nel frattempo ha cambiato ufficio e il suo incarico è passato ad interim a… che si è dovuto mettere in aspettativa per… Dov’è l’Alaska?

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Detto tra blog

Biancavilla insensibile alla strategia “plastic free”: chiude la “Casa dell’acqua”

In altre città è un successo, da noi è un flop: mancano senso civico, rispetto ambientale e cultura “green”

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di VINCENZO RUSSO

Era stata inaugurata due anni fa in piazza Don Bosco ed era stata annunciata come un’iniziativa di civiltà. La “Casa dell’acqua” era a disposizione di tutti: il prezioso liquido controllato ed adeguatamente filtrato ad un prezzo di 5 centesimi a litro. Ognuno, con una tessera acquistabile in alcuni punti vendita di Biancavilla, avrebbe potuto riempire proprie bottiglie. Un gesto semplice con una duplice finalità: risparmiare sull’acquisto di acqua ed evitare la disporsione di plactica. Un gesto che ogni cittadino attento alla comunità e alla causa ecologica (che riguarda tutti indistintamente) avrebbe dovuto compiere con convinzione.

Invece, poche decine di biancavillesi hanno usufruito del servizio, aderendo civilmente alla strategia “plastic free” e contribuendo ad una minore diffusione della plastica. Così, mentre in diverse altre città (anche vicine alla nostra), le “Case dell’acqua” sono ampiamente utilizzate, da noi si assiste all’esatto opposto.

A Biancavilla, la ditta che gestisce il servizio ha dovuto constatare la non sostenibilità. Pertanto, la piccola struttura di erogazione idrica di piazza Don Bosco – come recita un avviso – è destinata ad essere disinstallata. Anzi, il termine ultimo era stato già fissato per febbraio per gli utenti che ancora hanno credito da spendere.

Non è una buona notizia, questa. Perché Biancavilla si dimostra ancora una volta insensibile a regole di civiltà, al rispetto ambientale e alla cultura “green”. Che grande delusione! Mi chiedo quanti politici di destra e di sinistra abbiano utilizzato la “Casa dell’acqua”, giusto per dare l’esempio.

Dove sono i cosiddetti “ambientalisti” da tastiera? E dove sono coloro che in piazza Roma avevano parlato di “plastic free”? Forse era solo un pretesto per auto propaganda a favore di telecamere per poi andare a fare la spesa, riempendo la macchina di confezioni d’acqua in bottiglie e cellophan di plastica. Sta di fatto che su 8mila famiglie biancavillesi, soltanto alcune decine hanno usato la “Casa dell’acqua”. A loro va un plauso, a tutto il resto un velo pietoso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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