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Una prima stima dei danni: 1,5 mln Mezzo milione quelli della basilica

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di Vittorio Fiorenza

Si tratta ancora di stime, senza i dettagli. Ma c’è adesso –come si apprende dal Comune– un ordine di grandezza dei danni causati dal terremoto a Biancavilla. Soltanto per gli edifici pubblici (chiese e scuole), il danno si aggira intorno a 1 milione e 500mila euro. Per la basilica pontificia “Maria Santissima dell’Elemosina”, la quantificazione è di circa mezzo milione.

Altri 200mila euro per ogni edificio scolastico (la scuola media “Luigi Sturzo” e i plessi elementari “Grassura” e “Guglielmo Marconi”). Per il plesso “San Giovanni Bosco”, i danni sono più contenuti e dovrebbero essere riparati dal Comune con interventi non superiori ai 50mila euro.

Analogo trattamento per lesioni riportate anche in più punti, all’interno di Villa delle Favare, dalle stanze della biblioteca ai locali espositivi. Danni ad una delle pareti, in coincidenza del tetto sono evidenti: aggravati dalla scossa sismica, ma presenti anche da prima, a causa di infiltrazioni d’acqua per la mancata manutenzione e la mancata pulizia delle grondaie degli anni passati. Altri 200mila euro, poi, potrebbero essere necessari per la chiesa dell’Idria.

Da aggiungere poi altri edifici sacri, come la chiesa di “San Gaetano”, chiusa anch’essa con ordinanza del sindaco Antonio Bonanno per inagibilità.

La somma non tiene conto, per il momento, dei danni subiti dalle abitazioni, che sono alcune centinaia con lesioni e crepe.

Venerdì prossimo è prevista la riunione di Giunta regionale per discutere, tra gli altri punti, la richiesta inoltrata dal Comune per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. La decisione di Palazzo d’Orleans sarà poi trasmessa al governo nazionale per la relativa ordinanza e lo stanziamento delle risorse necessarie, su cui il vicepremier Luigi Di Maio ha manifestato la disponibilità a misure speciali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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