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Inagibile pure la chiesa San Gaetano, criticità in locali di Villa delle Favare

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di Vittorio Fiorenza

Man mano che i controlli si allargano ad altre strutture, emergono nuovi danni. Un’ordinanza sindacale di chiusura per inagibilità strutturale riguarda pure la chiesa di “San Gaetano”, a Biancavilla. Il piccolo edificio sacro di via Mongibello, da anni, è riservato ad un gruppo di fedeli della fraternità “Ecco tua madre”, impegnata nell’adorazione eucaristica prolungata. I controlli effettuati dai tecnici della protezione civile e del Comune hanno rilevato danni, tali da richiedere la chiusura.

Altre criticità sono state riscontrate in alcuni locali di Villa delle Favare. Caduta di calcinacci anche in biblioteca. Per questo sono stati momentaneamente interdetti al pubblico, anche se si tratta di problemi risolvibili con interventi comunali.

I sopralluoghi non sono stati effettuati ancora in tutte le strutture pubbliche. Per esempio, la chiesa della Mercede e quella di San Giuseppe devono essere ispezionate. La prima, in particolare, desta preoccupazione già da anni per le sue precarie condizioni e si teme che la forte scossa sismica possa avere aggravato il suo stato. La Soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali aveva programmato per questo mese l’avvio di interventi di messa in sicurezza della volta ed il restauro dell’organo.

Sorvegliati speciali restano, quindi, la basilica pontificia “Maria Santissima dell’Elemosina” e la chiesa dell’idria. Edifici entrambi chiusi, ma interessati a continui controlli.

Resta in vigore, po, l’ordinanza di chiusura della scuola media “Luigi Sturzo”, dei plessi elementari “Grassura”, “Gugliemo Marconi” ed anche “San Giovanni Bosco”. Per quest’ultimo era prevista la riapertura, ma l’ultima scossa di magnitudo 2.5 con epicentro Biancavilla ha creato ulteriori lesioni, che richiedono verifiche tecniche prima di consentire il ritorno in aula degli alunni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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