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Cronaca

Carabiniere e due donne aggrediti Parti civili, il Comune è assente

 

Udienza preliminare con 18 imputati sul caso delle violenze alla fiera del bestiame. Sono dieci le richieste di costituzione di parte civile. Ci sono l’Ordine degli avvocati e la Lav. Non c’è l’amministrazione Glorioso. L’avv. Pilar Castiglia: «È un gravissimo messaggio, a Biancavilla siamo all’Anno 0 per cultura sulla legalità».

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Udienza preliminare con 18 imputati sul caso delle violenze alla fiera del bestiame. Sono 10 le richieste di costituzione di parte civile. Ci sono l’Ordine degli avvocati di Catania e la Lav. Non c’è l’amministrazione Glorioso. L’avv. Castiglia: «Un gravissimo messaggio».

 

di Vittorio Fiorenza

Si incardina, al Tribunale di Catania, il procedimento per i gravi fatti dell’ottobre 2016, a Biancavilla, in occasione della fiera abusiva del bestiame in via della Montagna. Vittime di violenze e aggressioni erano stati un carabiniere, il mar. Guido Costigliola (ferito a sangue), e l’avv. Pilar Castiglia e l’attivista della Lav, Angelica Petrina. Si è tenuta l’udienza preliminare davanti al Gup Carlo Cannella che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio del pm Andrea Norzi per 18 imputati.

Dieci dovranno rispondere, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, rapina, furto con strappo e maltrattamento di animali: Luigi Mille, Alfio Sarvà, Placido Minissale, Nicola Minissale, Salvatore Ventura e Pietro Tomasello di Biancavilla, Nicola Lo Cicero e Angelo Tomaselli di Adrano, Natale Ponticello e Antonino Cosentino di Aci Sant’Antonio. Sei sono vigili urbani accusati di rifiuto di atti d’ufficio: Placido Currò, Annamaria Pulia, Carmelo Tempera, Santo Zuccarello, Luca Emanuele Messina e Grazia Randazzo. A loro si aggiungono il comandante della polizia municipale, Vincenzo Lanaia, e l’ispettore Alfio Greco, accusati di minacce ai danni della responsabile Lav.

Avanzate le richieste di costituzione di parte civile. A Castiglia e Petrina, si sono affiancati l’Ordine degli avvocati di Catania, il centro antiviolenza Calypso, la direzione nazionale della Lav, le associazioni L’altra zampa, Lndc, Save the world, Lida, Codici e ambiente. Assente, invece, l’amministrazione comunale, nonostante i fatti, propagati con video e immagini virali sul web, abbiano avuto un’eco mediatica nazionale con un danno di immagine per la città.

Dal Comune si fa sapere che si vuole attendere il rinvio a giudizio. Quando accadrà, però, ci sarà in carica non Glorioso ma il nuovo sindaco, a cui spetterà la scelta. «L’amministrazione comunale –replica l’avv. Castiglia– non ha mai speso nessuna parola per noi che siamo state aggredite, picchiate e rapinate. Glorioso non si è nemmeno degnato di chiamarci per esprimere solidarietà. La volontà a non costituirsi parte civile è una scelta politica che fa passare un messaggio gravissimo. A Biancavilla, sul fronte della cultura della legalità, siamo all’anno 0».

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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