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Violenze alla fiera di San Placido: 18 imputati (8 sono vigili urbani)

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Chiuse le indagini per i disordini al raduno abusivo del bestiame nel 2016. Vittime un carabiniere, un avvocato e un’attivista Lav. La Procura chiede ora il processo. Accusati pure i vigili urbani per il mancato intervento. Il comandante Lanaia deve rispondere di minaccia. 

 

di Vittorio Fiorenza

L’immagine più impressionante era stata quella del maresciallo dei carabinieri, Guido Costigliola, con la testa e la fronte insanguinate. Ma in quella bolgia di piazza Don Bosco e via della Montagna, nell’ottobre del 2016, due donne (la responsabile provinciale della Lav, Angelica Petrina, e l’avv. Pilar Castiglia) erano state selvaggiamente picchiate, insultate, umiliate e persino rapinate.

Un trionfo dell’illegalità per la fiera del bestiame, organizzata in maniera abusiva, senza controlli preventivi con un raduno di camion carichi di animali. Tutto in pieno giorno, a Biancavilla. L’attivista Lav era lì per documentare le violazioni. Ma era stata subito minacciata, ecco perché il legale, che si trovava a passare da lì, si era preoccupata di chiedere aiuto. La polizia municipale non era intervenuta, nonostante i tanti solleciti. In via sostitutiva, era giunta quindi una pattuglia dei carabinieri.

Ma la situazione era degenerata, quando il maresciallo aveva ammanettato uno degli allevatori, nel tentativo di portarlo in caserma, visto il rifiuto ad esibire i propri documenti. Spintoni e resistenza ai militari accerchiati. Schiaffi, sputi e calci alle due donne, derubate di cellulari e borse.

Per quei fatti, che veicolarono un’immagine arretrata da far west di Biancavilla, il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra chiede ora il rinvio a giudizio per 18 persone (tra queste 8 vigili urbani). Udienza preliminare già fissata a fine mese dal giudice Carlo Cannella per gli imputati Luigi Mille, Alfio Sarvà, Placido Minissale, Nicola Minissale, Salvatore Ventura e Pietro Tomasello di Biancavilla, Nicola Lo Cicero e Angelo Tomaselli di Adrano, Natale Ponticello e Antonino Cosentino di Aci Sant’Antonio: devono rispondere, a vario titolo, di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, rapina, furto con strappo e maltrattamento di animali.

In quel contesto di violenze e disordini, spicca l’assenza dell’autorità comunale. Sono finiti sotto indagine così i vigili urbani di turno quel giorno: non sarebbero intervenuti né in via preventiva per evitare il raduno del bestiame né quando è stato chiesto loro di sanzionare gli abusivi né al momento delle aggressioni. Per Placido Currò, Annamaria Pulia, Carmelo Tempera, Santo Zuccarello, Luca Emanuele Messina e Grazia Randazzo è stato chiesto, quindi, il giudizio per omissione di atti d’ufficio.

Posizione ben più delicata e clamorosa, quella del comandante della polizia municipale, Vincenzo Lanaia, e dell’ispettore Alfio Greco: la Procura li chiama in causa per minacce. A distanza di alcuni giorni, infatti, Lanaia, in presenza di Greco, aveva convocato l’attivista Lav. Petrina pensava di ricevere piena solidarietà e vicinanza. Invece sarebbe stata minacciata con la contestazione di avere tirato in ballo la polizia municipale, creando un grande clamore.

«Ancora non sai picchi ti ritiri a casa pulita? Perché ci sono persone –si vantava Lanaia nel corso del colloquio al palazzo comunale– che dicono che ti devi ritirare a casa pulita, cosa ti sembra a te e a dautru maresciallo ca fici chiddu ca fici?». E ancora: «Non pensare che te ne esci così, tu avrai la tua, tu le stai cercando le ritorsioni con la polizia municipale». Un lungo colloquio, inserito nel fascicolo di indagine. Un contenuto “inequivocabile”, secondo la Procura. La Giunta Glorioso, già a febbraio, ha messo a disposizione quasi 6mila euro per la “tutela legale” dei vigili urbani imputati.

RIPRODUZIONE RISERVATA 

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1 Commento

1 Commento

  1. MARIA

    22 Maggio 2018 at 15:31

    COME AL SOLITO CHI DOVREBBE TUTELARE L’ORDINE PUBBLICO E’ ASSENTE E MI RIPUGNA CHE VENGANO UTILIZZATI 6000 EURO DEI CONTRIBUENTI PER DIFENDERE CHI NON FA IL PROPRIO DOVERE. ALTRO CHE DIFESA DEI VIGILI URBANI, DOVREBBERO ESSERE SOSPESI E SE COLPEVOLI, MANDATI A CERCARSI UN ALTRO LAVORO.

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Cronaca

La cocaina nascosta nel frigorifero: 40enne arrestato dai carabinieri

Trovato pure il “libro mastro” con i nomi dei clienti e la rendicontazione dell’attività di spaccio

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I Carabinieri della Stazione di Biancavilla e i colleghi dello “Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia” hanno arresto un pregiudicato 40enne per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.  

L’uomo – con precedenti per droga – era stato notato in atteggiamento “sospetto” in alcune aree a verde del paese. Così sono scattati appostamenti e pedinamenti da parte dei militari. Un’attività poi conclusa con un blitz nella sua abitazione, dove si è proceduto ad un’accurata perquisizione.

In cucina, i militari si sono accorti che l’uomo era diventato estremamente nervoso. In effetti, in un pensile erano nascosti un bilancino di precisione, numerose bustine in plastica trasparente, un coltellino, un quaderno con nomi e prezzi di vendita, 145 euro e un mini smartphone senza sim card.

Ma non è finita qui. I carabinieri hanno proceduto ad ispezionare anche l’interno del frigorifero. All’interno dell’elettrodomestico, in uno scompartimento laterale, erano stati infilati 3 tubetti apparentemente di farmaci. È stato aprirli per scoprire il vero contenuto: 16 dosi di cocaina.

Trovata la droga, il materiale necessario al suo confezionamento, il denaro e il “libro mastro” relativo alla rendicontazione dell’attività di spaccio, l’uomo è stato arrestaro e rinchiuso nel carcere catanese di Piazza Lanza.

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