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Chiesa

La commozione di mons. Fisichella tra i devoti di M. Ss. dell’Elemosina

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di Alessandro Rapisarda

Davanti alla folla di fedeli, mons. Rino Fisichella si è detto commosso. È stato lui, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, a presiedere la solenne celebrazione per la festa della Madonna dell’Elemosina, nel tradizionale appuntamento dell’ultima domenica d’agosto.

Una presenza autorevole, al cospetto dell’icona bizantina, quella di uno dei più stretti collaboratori di Papa Francesco. Impegnato in prima persona nell’organizzazione del Giubileo del 2016, mons. Fisichella è stato il fautore, insieme al prevosto di Biancavilla, padre Pino Salerno, che ha permesso che il sacro dipinto –simbolo identitario di Biancavilla – fosse esposto in piazza San Pietro, in occasione della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta.

Quasi a distanza di un anno, nel ricordo di quell’evento ritenuto storico per i fedeli di Biancavilla, mons. Fisichella ha accettato l’invito fattogli dalla Chiesa biancavillese.

La celebrazione serale, che si è svolta in piazza Collegiata, ha visto coinvolte tutte le realtà parrocchiali ed associazionistiche della città, presenti anche nella processione dell’Icona lungo le vie del centro storico tra preghiere, canti ed il gruppo di tamburi imperiali di Militello in Val di Catania.

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«Nel camminare lungo le strade –ha sottolineato mons. Fisichella– ho visto molti bambini, che insieme alle loro famiglie, al passare della Madonna facevano il segno della croce. Da questo vedo che ancora in molte famiglie la fede viene tramandata e trasmessa. Mi si stringe il cuore, però, qui come in altre parti d’Italia, nel vedere, allo stesso tempo, che molti al passaggio della Madonna rimangono indifferenti, a bere la birra e a fare finta di nulla. Questo è il segno che dobbiamo uscire e trovare nuovamente un carisma missionario».

Alla fine della processione, dopo lo spettacolo pirotecnico in piazza Roma, all’interno della basilica sono state benedette due grandi tele che ricordano il pellegrinaggio di Maria Santissima dell’Elemosina a Roma: una raffigurante Papa Francesco, nel gesto di donare una rosa bianca alla venerata icona, e l’altra con il Papa emerito Benedetto XVI che prega di fronte la Madonna.

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Chiesa

La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo

Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

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Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.

La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.

La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.

La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.

Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.

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Chiesa

Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”

Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

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Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.

Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.

Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.

Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.

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