Storie
Le parole del giovane antiracket diventate slogan del gruppo scout


Striscioni e slogan per la legalità su iniziativa degli scout biancavillesi. I messaggi riprendono le dichiarazioni rese in esclusiva a Biancavilla Oggi dall’imprenditore che si è ribellato al pizzo, facendo scattare il blitz “Onda d’urto”.
di Vittorio Fiorenza
«Ovunque a testa alta». Le parole dell’intervista esclusiva che Biancavilla Oggi ha fatto al giovane imprenditore che ha denunciato i suoi estortori, sono diventate slogan di legalità su striscioni apparsi in piazza Roma.
L’iniziativa è del gruppo scout di Biancavilla ed in particolare del “clan”, la branca (detta anche “RS”) composta da giovani dai 16 ai 21 anni, nell’ambito di un più ampio programma che ha previsto pure una marcia e i festeggiamenti per San Paolo, loro protettore.
Un piccolo gesto, ma parecchio significativo in un contesto, come quello biancavillese, in cui trionfa l’omertà, in un paese in cui l’illegalità è prassi quotidiana e nel quale l’amministrazione preferisce non costituirsi parte civile nei processi di mafia.
«Gli scout –spiegano i promotori– si impegnano a 360 gradi nell’ambito sociale e politico. Ogni anno il San Paolo si festeggia in paesi diversi e quest’anno è toccato a Biancavilla. Noi scout viviamo e lottiamo per la legalità e per la giustizia. I ragazzi hanno scelto di fare questa marcia e viste le gesta eroiche del giovane imprenditore in un paese come il nostro, quali frasi migliori se non quelle che lui stesso ci ha donato?».
I messaggi apparsi su striscioni appesi sulla ringhiera della basilica “Maria Santissima dell’Elemosina” sono rivolti al titolare dell’agenzia di pompe funebri che, dopo anni di vessazioni di gruppi criminali locali, ha deciso di collaborare con i carabinieri, facendo scattare l’operazione “Onda d’urto”.
In una serie di dichiarazioni rilasciate a Biancavilla Oggi, l’imprenditore aveva spiegato le ragioni che lo avevano spinto a parlare e a liberarsi dall’oppressione dei suoi estortori.
«Spero che gli imprenditori capiscano che tutto dipende da loro per affrontare la mafia», ci aveva detto. «Di certo, con tutti i miei sforzi, voglio continuare a servire la gente onesta». Dove immagina il futuro? «Ovunque, a testa alta». Parole che adesso sono diventate slogan di legalità, grazie al gruppo scout, in rappresentanza della Biancavilla degli onesti.
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►No al pizzo grazie al rap antimafia: «Ecco perché mi sono ribellato»


Gli striscioni sistemati nella ringhiera della basilica di Biancavilla
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Storie
Mattarella conferisce medaglia d’onore alla memoria di Gerardo Sangiorgio
Alto riconoscimento per il biancavillese sopravvissuto ai lager: cerimonia per la Festa della Repubblica


Ancora un alto riconoscimento istituzionale alla memoria di Gerardo Sangiorgio, il biancavillese che rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò e che, per questo, fu rinchiuso nei lager nazisti. Un uomo giusto che, sopravvissuto a quell’orrore, dedicò la sua vita di insegnante alla promozione dei valori di libertà e fratellanza.
Questa volta – a 30 anni dalla morte di Sangiorgio – è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a conferire una medaglia d’onore in suo ricordo. Verrà consegnata ai familiari, il 2 giugno, occasione del 77esimo anniversario della fondazione della Repubblica Italiana, in una cerimonia in piazza Università, a Catania, dalle mani del prefetto. A comunicarlo con una lettera, come apprende Biancavilla Oggi, è stata proprio Maria Carmela Librizzi a Maria Cuscunà, vedova di Gerardo Sangiorgio.
L’alto riconoscimento si lega a quanto previsto dalla Legge 296 del 2006. La medaglia d’onore è dedicata ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.
Sangiorgio, un Internato Militare Italiano
Lo status di Sangiorgio è quello dell’Imi (Internato Militare Italiano). Catturato a Parma dopo l’8 settembre 1943, disse “no” al fascismo, rifiutandosi di aderire alla fantomatica Repubblica di Salò. Caricato nei vagoni piombati, venne trasferito in Germania. Arrivò nel campo di sterminio di Neubranderburg bei Neusterlitz. Poi, il trasferimento al lager di Bonn am Rhein e, nell’inverno del 1944, a Düisdorf. Visse in condizioni inumane, che lo provarono per il resto della vita.
Il ritorno a Biancavilla gli consentì di proseguire gli studi. Divenne un apprezzato docente e un fine letterato. Nel 1953 fu insignito della Croce al Merito di Guerra. Ricevette nel 1979 l’autorizzazione dal Ministero della Difesa di adoperare il Distintivo d’onore per i patrioti Volontari della libertà. Nel 1984 ebbe il titolo onorifico di “Combattente per la Libertà d’Italia 1943-1945” da parte del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, e del Ministro della Difesa, Giovanni Spadolini. Adesso si aggiunge questa ulteriore medaglia d’onore su decreto firmato dal capo della Stato, Sergio Mattarella.
Due volumi su Gerardo Sangiorgio
Negli ultimi anni, diversi i contributi e gli studi sulla figura di Sangiorgio. Due i volumi che la nostra casa editrice, Nero su Bianco, gli ha dedicato, promuovendoli in occasione della “Giornata della memoria” con il coinvolgimento delle scuole.
Si tratta di “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio”, scritto da Salvatore Borzì con prefazione di Nicolò Mineo. E poi, a cura di Borzì, “Una vita ancora più bella. La guerra, l’8 Settembre, i lager. Lettere e memorie 1941-1945”, con prefazione di Francesco Benigno.
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