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Editoriali

Scusate (di nuovo) il disturbo, ma ridateci Mario Cantarella

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L’ossessione e l’irritazione che il cosiddetto “sindaco” di Biancavilla (il più provincialotto e sconclusionato che questo paese abbia mai avuto) ha per Biancavilla Oggi e per ciò che pubblichiamo, è diventata preoccupante patologia. Non risponde mai nel merito delle questioni che poniamo e dei fatti che raccontiamo, ma insulta, delegittima, denigra, cerca disperatamente un pugno di like e la sollevazione di certi utenti (quelli magnificamente definiti da Umberto Eco). Un populista livoroso 2.0, insomma.

Vagli a fare capire che la stampa critica verso la politica è il sale della democrazia, ma se un sindaco va contro un singolo cronista sul piano personale (guarda caso l’unico che ha rifiutato suoi incarichi e offerte “commerciali”), questo è da regime. Un concetto base che non gli appartiene, nessuno mai glielo ha insegnato, non l’ha mai studiato: non può capire.

Verrebbe da dire: scusate il disturbo, ma ridateci Mario Cantarella. Un abisso tra i due. Almeno con il predecessore avevamo un interlocutore polemico ma leale, permaloso ma persona seria, intollerante ma con uno spessore politico, culturale ed intellettuale.

Invece ci ritroviamo un campione olimpionico del vittimismo e del piagnucolio, malattie pediatriche tipiche degli inconcludenti che, nonostante tutti gli sforzi, non possono vantare né autorità né autorevolezza. Eppure parla come fosse il governatore di New York abituato a circondarsi della stampa internazionale.

Sembra si sia dimenticato quand’era esiliato e tristemente emarginato in uno sgabuzzino di via Milone, da cui lodava Scusate il disturbo (ne confermiamo ogni sillaba ed ogni virgola) e la libertà di opinione contro il sindaco “fascista”. Imbarazzante e ridicolo. Se ne faccia una ragione, facciamo appello al suo “cerchio magico” perché glielo si faccia capire con i disegnini: non ci sottomettiamo ai suoi desideri di edulcorare la cruda e pessima realtà.

La smetta di fare il circense via Facebook e provi per gli ultimi mesi di mandato a sollevarsi rispetto alla statura di amministratore di condominio che assume da sempre. Se l’1% di tutti i post su Facebook e di tutti i monologhi televisivi che ha dedicato a noi, lo avesse riservato contro mafiosi, farabutti, delinquenti, malandrini, furbi, incivili, deturpatori, questo paese sarebbe migliore.

Ma per lui il problema di Biancavilla non è rappresentato dai mafiosi (contro cui non si è costituito parte civile, cosa che abbiamo raccontato in assoluta solitudine). Non sono i delinquenti, i furbi o gli incivili su cui non scrive mai nulla. La sua ossessione è il cronista che racconta tutto questo: meglio scagliarsi contro di lui.

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7 Commenti

7 Commenti

  1. Giovanni

    30 Novembre 2016 at 12:43

    ha detto bene direttore: Ma per lui il problema di Biancavilla non è rappresentato dai mafiosi (contro cui non si è costituito parte civile, cosa che abbiamo raccontato in assoluta solitudine). Non sono i delinquenti, i furbi o gli incivili su cui non scrive mai nulla. La sua ossessione è il cronista che racconta tutto questo: meglio scagliarsi contro di lui. Ma lei ha visto chi c’era sotto il suo palco per il comizio alle ultime comunali?

  2. Alfio

    30 Novembre 2016 at 12:41

    al suo “cerchio magico” perché glielo si faccia capire con i disegnini: Ma se il suo cerchio magico è di gente servile che gli deve qualcosa. Come possono mai contrariarlo! Ccu mi duna u pani u chiamu papà. Anche se è sconclusionato, inautorevole , insomma anche se è glorioso.

  3. Dino

    29 Novembre 2016 at 22:02

    Ma di chi stiamo parlando? Ma vedete e sentite la sua sintassi? Lo sentite come parla? Che argomenti usa? A proposito, non lo vedo mai a messa la domenica da patri Greco e non lo vede nessuno nelle altre chiese: ci è andato solo quella volta per rete 4 col compagno Sapienza? Ahah…… Tanti concetti non li capisce: fu pure bocciato un anno a scuola…

  4. Compagno Stalin

    29 Novembre 2016 at 19:25

    La permalosità di Glorioso la conosco fin da quando portava i calzoni corti. ‘Mpignusu come pochi. Andate avanti così, lassatilu raggiari.

  5. Giuseppe

    29 Novembre 2016 at 19:21

    Sì, è proprio vero: un caso clinico da psicoanalisi della politica. Un caso irrisolvibile. Andate avanti, non vi fate intimidire da quattro rinisciuti.

  6. Onestà al potere

    29 Novembre 2016 at 19:17

    “Sconclusionato”, esatta definizione. Aggiungo: puerile, bambino.

  7. Anselmo

    29 Novembre 2016 at 15:28

    Tutta la mia solidarietà direttore Fiorenza. Impeccabile e puntuale come sempre nelle sue analisi. Potrebbe fare benissimo anche lo psicanalista: ha fatto un ottimo quadro clinico del cosiddetto “sindaco” .

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Editoriali

Europee, snobbata piazza Roma: la politica va in sale festa e case private

I biancavillesi chiamati al voto sono 18.865, ignari di una campagna elettorale svolta tra intimi

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Macché politica di piazza. Altro che politica tra la gente. A Biancavilla, la campagna elettorale per le Europee ha snobbato il cuore della città. Ai piedi del campanile di Carlo Sada – da oltre un secolo faro e testimone della partecipazione democratica – nessun comizio e nessun passaggio di candidati.

Eppure, buona parte delle forze politiche si sono mosse, invitando ed accogliendo diversi aspiranti europarlamentari. Lo hanno fatto, però, tra intimi e portatori di voti, riuniti in sale festa, ville, ristoranti e residenze private. Già, persino abitazioni per fare campagna elettorale.

A Biancavilla si sono visti (in ordine casuale): Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza, Giuseppe Antoci, Massimiliano Giammusso, Antonio Nicita…

Cosa hanno detto, fatto, promesso, denunciato? Non è dato saperlo. Nessun invito ai giornalisti, nessun comunicato stampa.

I biancavillesi chiamati alle urne sono 18.865 (cioè 9070 donne e 9795 uomini). Ignari di una campagna elettorale “privata”, rivolta alle truppe dei partiti e delle correnti di partito. Una campagna staccata dai cittadini. In lontananza, l’immancabile e inconfondibile voce di Alfio Petralia, amplificata dal megafono attaccato alla sua Fiat 500, sembra un’eco proveniente da un passato che assume i toni della malinconia.

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