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Cronaca

Le violenze alla fiera del bestiame, la Procura chiede 31 anni di carcere

Richiesta pena per 11 imputati: 12 mesi di reclusione per il comandante Vincenzo Lanaia

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Ottobre 2016, via della Montagna, fiera abusiva del bestiame. Per quegli atti di violenza, compiuti sull’avv. Pilar Castiglia e sull’attivista della Lav, Angelica Petrina – picchiate selvaggiamente e rapinate – e sui fatti connessi alla vicenda, è arrivato il momento della richiesta delle pene. Davanti alla quarta sezione penale collegiale del Tribunale di Catania (presidente Salvatore Palmeri), la Procura ha chiesto complessivamente 31 anni di carcere per 11 imputati.

Lesioni personali, rapina, resistenza a pubblico ufficiale e minacce sono i reati contestati. Le vittime: la volontaria della Lega Anti Vivisezione era lì per denunciare e documentare il concentramento illegale di bestiame, l’avv. Castiglia era intervenuta in sua difesa. Entrambe erano state accerchiate dal branco e colpite con calci, pugni e schiaffi (la prognosi riporta 30 giorni). Insultate, offese e pure rapinate di borsa, cellulare e oggetti personali. Oltre a loro, il maresciallo dei carabinieri Guido Costigliola, era intervenuto con un collega, in assenza dei vigili urbani. Era finito però per essere spintonato, ostacolato e colpito alla testa, fino a procurargli una ferita sanguinante. Le immagini pubblicate in esclusiva da Biancavilla Oggi hanno documentato quei momenti drammatici: finite nel fascicolo degli inquirenti, sono state decisive per le indagini.

Adesso siamo all’epilogo. Rispondono dei reati di rapina e lesioni personali, i biancavillesi Pietro Tomasello (chiesta una pena di 8 anni di reclusione e una multa di 8mila euro), Salvatore Ventura (7 anni di carcere e multa di 7mila euro), Nicola Minissale (6 anni di reclusione e 6mila euro di multa) e Natale Ponticello di Aci Sant’Antonio (4 anni di galera e multa 4mila euro). Per il reato di rapina, chiesti 2 anni di carcere e 2mila euro di multa per Nicola Lo Cicero di Adrano.  

Chiesti poi 12 mesi di reclusione ciascuno per Luigi Mille e Alfio Sarvà di Biancavilla e Angelo Tomaselli di Adrano per resistenza a pubblico ufficiale. Anche per Antonino Cosentino di Aci Sant’Antonio, accusato di maltrattamenti di animali, è stato chiesto 1 anno di carcere. Espunto il nome di un altro imputato, finito nel fascicolo ma estraneo ai fatti perché quel giorno era assente.

«Minaccia aggravata, 12 mesi per Lanaia e Greco»

Altri due imputati “eccellenti” rispondono di minacce aggravate: sono il comandante della polizia municipale di Biancavilla, Vincenzo Lanaia, e l’allora ispettore Alfio Greco, per i quali la Procura ha chiesto 12 mesi di carcere ciascuno. I fatti a loro contestati non sono legati al giorno della fiera, ma ad alcuni giorni successivi. Il comandante aveva, infatti, “convocato” Petrina al palazzo comunale, alla presenza di Greco. Un lungo incontro (con l’audio registrato dall’attivista Lav) nel quale i due uomini in divisa si lasciano andare in giudizi e considerazioni dai toni accesi. Un vero atto di accusa per la Petrina, “colpevole” di avere esposto i vigili urbani ad una figuraccia. Parole contro tutti, anche contro i carabinieri e l’allora comandante Roberto Rapisarda.

Azioni che, al di là degli imbarazzi sul linguaggio e sulla condotta etica ed istituzionale, per la Procura rappresentano delle minacce ai danni di Angelica Petrina. Da qui la richiesta della pena di 1 anno di reclusione per i due. Per Lanaia pende anche, al Comune, un procedimento disciplinare, attualmente sopseso. Greco non è più un dipendente dell’ente.

Sul banco degli imputati ci sono pure altri sei vigili urbani, che quel giorno erano di servizio e che, a conclusione delle indagini, erano stati accusati di rifiuto in atti d’ufficio. Per loro (Placido Currò, Annamaria Pulia, Carmelo Tempera, Santo Zuccarello, Luca Emanuele Messina e Grazia Randazzo), adesso, la Procura ha chiesto l’assoluzione.

Glorioso-Bonanno: imbarazzanti assenze

Quei fatti di ottobre 2016 hanno avuto un’eco nazionale con danno d’immagine per la città. Una comunità considerata troglodita ed arretrata, nella quale, in pieno giorno e nel cuore del centro abitato, era possibile allestire una fiera di animali senza alcuna autorizzazione né controlli preventivi. Era ignobile prassi, ogni anno, che quel festival dell’illegalità si svolgesse sotto gli occhi di tutti.

Nel procedimento penale, tuttavia, l’amministrazione comunale di Biancavilla (prima con il sindaco Giuseppe Glorioso, esponente del Pd, e poi con Antonio Bonanno, esponente di Fratelli d’Italia) non si è costituita parte civile.

La sentenza si attende ad inizio del 2025, quando parte dei reati dovrà essere dichiarata prescritta (salva rinuncia da parte degli imputati), viste le lungaggini e i pasticci che hanno caratterizzato l’inchiesta in questi otto anni.

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Cronaca

I fatti della fiera abusiva, parla la Lav: «Violenze inaudite, processo lacunoso»

Intervento del presidente nazionale della Lega Anti Vivisezione sulla sentenza del Tribunale di Catania

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«Un atto di violenza inaudito, dove a farne le spese sono state due private cittadine, tra cui la responsabile di Lav Catania Angelica Petrina, “colpevoli” solo di essere intervenute a vario titolo in quella che doveva continuare ad essere, secondo i partecipanti, una indisturbata fiera abusiva di animali sotto gli occhi di tutti. Una storia in cui animali e umani vengono maltrattati dagli stessi individui, a dimostrazione di quanto ripetiamo da sempre. Chi agisce con violenza nei confronti degli animali di solito non ha remore a perpetrarla anche nei confronti degli umani, perché si sente invincibile e impunito».

A dichiararlo è Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lega Anti Vivisezione. Parole pronunciate a conclusione del processo con 17 imputati sui fatti di violenza avvenuti nell’ottobre del 2016 in via della Montagna, a Biancavilla, per la fiera abusiva del bestiame. Procedimento concluso con tre condanne per rapina ai danni di Angelica Petrina e dell’avv. Pilar Castiglia, che era intervenuta a difesa della prima. Per gli altri imputati, due assoluzioni. E poi prescritti i reati di lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, maltrattamento di animali, minaccia aggravata, rifiuto in atti d’ufficio.

«Hanno voluto mettere – sottolinea la Lav – una pezza a qualcosa che non è rimediabile. Tutto il processo è stato lacunoso, con infinite lungaggini che hanno avuto un peso enorme sull’esito. La prescrizione per i reati di maltrattamento a danno degli animali fa rabbia, perché non porta giustizia, e le immagini di quanto accaduto quel giorno di quasi 10 anni fa invece parlano chiaro”.

Angelica Petrina, responsabile Lav Catania, aggiunge: «Ci sono state 3 condanne con pene irrisorie, ma hanno un elevato valore simbolico: significa che quel giorno ci sono state delle aggressioni e che sono stati riconosciuti dei colpevoli. Certamente ci aspettavamo di più». A seguito di quegli episodi, nessun raduno illegale si è più ripetuto a Biancavilla. È questo «l’unico risultato totalmente positivo di questa storia», evidenzia Petrina.

La posizione di Pietro Tomasello

A proposito della sentenza, scrivono una nota gli avv. Vincenzo Nicolosi e Giuseppe Milazzo, che hanno assistito Pietro Tomasello, assolto per rapina, in prescrizione il reato di lesioni personali.

I due legali si dichiarano soddisfatti «poiché da sempre convinti dell’innocenza del loro cliente». «La vicenda che ha coinvolto il sig. Tomasello – scrivono – è durata oltre otto anni ed ha portato con sé, oltre alla illegittima sottoposizione a un processo che lo vedeva del tutto estraneo, anche una conseguente gogna mediatica immeritata, che ha coinvolto non solo il Tomasello ma anche la sua famiglia».

Secondo i due legali «Tomasello ha avuto solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Niente di più, e la sentenza di primo grado lo ha confermato». Si attendono a metà maggio le motivazioni della sentenza per la valutazione di ricorrere in Appello. Gli avv. Nicolosi e Milazzo «non escludono anche un’ulteriore appendice giudiziaria, volta a tutelare l’immagine del loro assistito illegittimamente e strumentalmente danneggiato e coinvolto nella presente vicenda processuale».

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