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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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Cronaca

Da Biancavilla a Brolo con… violenza: giudizio immediato per un giovane

Serie di aggressioni sul lungomare del comune messinese: ragazzi marocchini sott’accusa

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Decreto di giudizio immediato per un giovane marocchino residente a Biancavilla, ritenuto coinvolto nella serie di aggressioni compiute, assieme ad altri connazionali, sul lungomare di Brolo. I fatti si sono verificati a fine luglio. Il ragazzo, assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si trova agli arresti domiciliari.

Con lui vanno al giudizio immediato, disposto dal Gip del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina, su richiesta del pm Andrea Apollonio, altri due fratelli marocchini, residenti a Capo d’Orlando. Devono rispondere di tentate lesioni gravi in concorso. Stralciata la posizione di una quarto giovane, sempre originario del Marocco, per il quale si procederà in separata sede.

Dalle indagini, eseguite dai carabinieri di Brolo e dai poliziotti di Capo d’Orlando, era emerso che le aggressioni erano scaturite da un semplice invito ad uno dei giovani marocchini, a cui era stato semplicemente chiesto di rispettare la fila per il bagno all’interno di un locale, visto che con prepotenza aveva tentato di evitarla.

Ne è conseguita una prima violenta discussione, anche attraverso l’uso di bicchieri e bottiglie, per colpire ancora più violentemente i malcapitati al viso e alla testa. Atti poi proseguiti all’esterno del locale, nei confronti di altre persone intervenute a difesa della prima vittima. Danneggiate alcuni veicoli parcheggiati.

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