Cronaca
L’agguato ad Erba, ultimi tasselli Entra in campo il Ris di Messina

Verso la fase finale le indagini sul tentato omicidio del 27enne, ancora ricoverato al “Cannizzaro”. Attesa sugli esami scientifici sui reperti sequestrati a Marcello La Delfa, che ha sparato all’angolo di via San Zenone e via Etnea.
di Vittorio Fiorenza
Gli esperti del Ris di Messina entrano in campo nell’inchiesta sul tentato omicidio di Antonio Erba dello scorso agosto, a Biancavilla. Delitto per il quale si trova in carcere Marcello La Delfa, che ha sparato perché convinto che Erba continuasse ad avere una relazione con la moglie. Il quadro probatorio per gli inquirenti è ormai chiaro e pressoché definito, ma si attende l’acquisizione degli esiti degli ulteriori esami scientifici.
La Delfa, nel preciso momento in cui ha premuto il grilletto della pistola, era a distanza ravvicinata, rispetto al suo bersaglio. Una volta aperto il fuoco, colpendo Erba all’addome, gli schizzi di sangue sarebbero arrivati anche addosso a lui. Mentre il giovane, ferito ma miracolosamente rimasto vivo, è stramazzato a terra, all’angolo tra via San Zenone e via Etnea, La Delfa è corso a casa.
Qui si sarebbe lavato, ma i carabinieri, che sono riusciti ad individuarlo e ad arrestarlo a Giardini Naxos nel giro di poche ore, hanno sequestrato oggetti ed indumenti ora sotto l’esame del Reparto investigazioni scientifiche. Se quelle tracce di sangue risulteranno appartenere ad Erba, si acquisirebbe l’ulteriore, schiacciante prova delle responsabilità di La Delfa. La tempistica per i risultati è breve. Probabilmente tra meno di un mese, gli esiti arriveranno da Messina.
Ultimo capitolo per poi potere ritenere concluse le indagini, che fin da subito hanno fatto emergere come gli spari siano l’epilogo di una serie di minacce e azioni persecutorie nei confronti di Erba, nonostante avesse chiarito in tutti i modi di non intrattenere alcuna relazione con la moglie di La Delfa, conosciuta per un brevissimo periodo tramite Facebook.
Nell’immediatezza dei fatti, mentre era disteso sul basolato lavico, lo stesso Erba (che da tre mesi è ricoverato al “Cannizzaro” con una scheggia di pallottola conficcata nella colonna vertebrale e un’altra da estrarre dall’addome) aveva indicato La Delfa come il suo feritore. Quest’ultimo ha ammesso le sue convinzioni circa la presunta relazione e la Procura ha acquisito pure tabulati e conversazioni di messaggistica istantanea. Mancano soltanto le relazioni del Ris e poi si passerà alla richiesta di giudizio.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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