Connettiti con

Cronaca

Omicidio stradale, per la morte di Ornella indagato giovane 27enne

Pubblicato

il

ornella-condorelli

Un mese fa l’incidente sulla Messina-Catania. Dopo sei giorni di agonia, la morte della 24enne di Tremestieri. L’auto che avrebbe causato l’impatto era guidata da un biancavillese. La Procura ha nominato un consulente.

 

di Vittorio Fiorenza

È l’ora degli accertamenti tecnici sulle auto coinvolte nell’incidente. Ad un mese dal terribile tamponamento sull’A18 Messina-Catania, che ha provocato, dopo sei giorni di agonia, la morte di Ornella Condorelli, 24enne di Tremestieri, la Procura di Catania entra nel vivo delle indagini.

Il pm Francesco Brando procede per il reato di omicidio stradale a carico del conducente dell’auto che avrebbe causato l’impatto: un 27enne di Biancavilla, che aveva riportato ferite facciali e fratture all’anca. A bordo con lui, un coetaneo, che aveva avuto ferite meno gravi.

È di questi giorni la notizia che la Procura ha nominato un consulente, l’ing. Gianluca Scalisi, per esaminare le due auto (una Mercedes Classe B e un’Alfa 147), sequestrate dalla polizia stradale di Giardini Naxos.

Le parti hanno nominato anche propri consulenti. La famiglia della giovane vittima è assistita dall’avv. Salvatore Runza, mentre l’indagato è assistito dagli avv. Pilar Castiglia e Massimo Tricomi. Nella stessa auto con Ornella viaggiavano pure la sorella gemella e due amici, feriti non gravemente. Uno di loro è rappresentato dall’avv. Sara Vittone.

LEGGI GLI ARTICOLI

Grave incidente sulla Messina-Catania, feriti anche due biancavillesi

L’incidente sulla A18 con due biancavillesi, Ornella non ce l’ha fatta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

Pubblicato

il

Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti