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Il doppio trionfo di Marco Gioco Campione italiano di braccio di ferro

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Il giovane biancavillese ha scalato il podio al campionato nazionale di Monsano e vola verso i Mondiali di ottobre, in Bulgaria. «Un mix di forza e tecnica, ce la metterò tutta».

 

di Vittorio Fiorenza

Campione italiano di braccio di ferro. Anzi, doppio campione: titolo conquistato sia con il braccio destro che con quello sinistro. Marco Gioco, imbianchino di Biancavilla, continua a scalare il podio di una disciplina di cui è appassionato fin da piccolo.

Queste ultime vittorie al campionato nazionale svoltosi al Play Center Paradise di Monsano (in provincia di Ancona) gli consentono adesso la qualificazione ai Mondiali che si terranno ad ottobre in Bulgaria.

Un curriculum di tutto rispetto per il “Braccio di ferro” di Biancavilla. Già vincitore del titolo italiano, lo scorso anno aveva vinto con braccio sinistro il campionato internazionale e, più recentemente, si è qualificato al primo posto del Super Mach con il braccio sinistro e al secondo con il braccio destro. Adesso la sfida delle sfide è il podio di Bulgaria, che porterebbe Marco all’”Over the top”.

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L’urlo e la forza del campione di braccio di ferro

«È stata una grande soddisfazione –dice Marco Gioco a Biancavilla Oggi– è stato difficile ma ce l’ho fatta, ho dimostrato e ho confermato la mia preparazione. Negli anni ho potuto mostrare sempre maggiore preparazione e oltre alla forza si è aggiunta consapevolezza tecnica, al punto da arrivare fin qui. Ce la metterò tutta ai Mondiali in Bulgaria».

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Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”

«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»

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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.    

«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».

Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».

Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».

Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».

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