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Malattie mitocondriali, ambito premio ad una ricercatrice di Biancavilla

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La biancavillese Valentina Emmanuele

Valentina Emmanuele, di ritorno da un’esperienza alla Columbia University, è tra le 5 vincitrici di una borsa di studio promossa da L’Oreal e l’Unesco. Giuria presieduta dal prof. Veronesi, cerimonia con il ministro Giannini. 

 

di Vittorio Fiorenza

Una mission ben precisa: mettere a punto test innovativi per accelerare la diagnosi delle malattie mitocondriali. Una sfida nobile: combattere le patologie che colpiscono le centrali energetiche delle cellule.

Per la sua attività di ricerca su questi fronti inesplorati, Valentina Emmanuele, 35enne di Biancavilla –una laurea in Medicina e Chirurgia conseguita a Roma ed un’esperienza alla Columbia University di New York dal 2009 al 2015– ha vinto una borsa di studio di 20mila euro.

Ad assegnargliela sono state L’Oreal e l’Unesco, che da quattordici anni promuovono il premio italiano per le donne e la scienza. Le candidature sono state 320, ma la giuria, presieduta dal prof. Umberto Veronesi, ne ha selezionate cinque.

La ricercatrice biancavillese si occupa di un gruppo eterogeneo – per il quadro clinico e l’età di esordio – di malattie genetiche rare: le malattie mitocondriali. La diagnosi è complessa ed il gold standard è la biopsia muscolare, «che rimane costosa e invasiva. Il mio progetto di ricerca -spiega Emmanuele- si occuperà di validare nuovi biomarcatori sensibili e poco invasivi per lo screening e la diagnosi» di queste malattie. Il premio è una chance «per continuare a fare ricerca in ambito universitario nel mio Paese, di continuare a fare ciò che mi piace».

Oltre a Valentina Emmanuele, rientrata in Italia per un dottorato di ricerca all’Università di Messina, il riconoscimento è andato pure a Martina Sanlorenzo per i suoi studi contro i melanomi, Irene Di Palma per la ricerca sui segnali gravitazionali emessi dalle stelle di neutroni, Maria Vittoria Micioni di Bonaventura, impegnata su progetti contro l’obesità e i disturbi alimentari, Francesca Zoratto per gli studi sulle basi biologiche del gioco d’azzardo patologico.

La premiazione della dottoressa Emmanuele e delle sue colleghe è avvenuta all’Università di Milano, alla presenza del ministro dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università, Stefania Giannini, del presidente emerito della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, Giovanni Puglisi, e dell’amministratore di L’Oreal Italia, Cristina Scocchia.

«Oggi a livello mondiale, i ricercatori donna sono solo il 30%, meno di un terzo del totale – ha spiegato quest’ultima– come confermato da una ricerca della Fondazione L’Oréal, il 70% degli italiani ritiene che le donne non possiedano le capacità necessarie ad accedere a occupazioni di alto livello in ambito scientifico. Con il nostro programma vogliamo combattere questi pregiudizi e sostenere le giovani scienziate».

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Valentina Emmanuele in un momento della premiazione

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Storie

Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»

A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»

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Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.

Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».

Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.

«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».

«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».

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