Storie
In Francia per vendere bontà siciliane La scommessa di Antonio Diolosà

Un furgone in Costa Azzurra, prodotti siciciliani e tanta voglia di fare. Vi raccontiamo una storia di ottimismo e intraprendenza di un giovane 20enne biancavillese.
di VITTORIO FIORENZA
Un diploma di perito turistico da appendere soltanto alla parete e un orizzonte con la perenne ricerca di un lavoro, in nero o precario. Un destino desolante a cui Antonio Diolosà, ventenne biancavillese, non si è voluto piegare. Così, armato di intraprendenza, voglia di fare e un pizzico di sana incoscienza, ha deciso di partire per la Francia e crearsi da sé un’occupazione. Cosa di meglio può proporre un etneo al di là delle Alpi?
«L’impresa da me creata si chiama “Les saveurs de Sicile”», racconta Antonio a Biancavilla Oggi, svelando in quattro parole il suo programma.
«Da quattro mesi –spiega– mi trovo in Francia e attraverso i prodotti che importo dalla Sicilia, in particolare da Biancavilla, per poi rivenderli in Costa Azzurra, sono riuscito a fare decollare la mia attività e portare sulle tavole francesi molti prodotti locali, dagli agrumi ai formaggi e ai salumi».
Una scommessa difficile, ancor più da apprezzare visto che a farla è un giovanissimo, che a differenza di tanti suoi coetanei biancavillesi, ha preferito agire anziché abbandonarsi a lavoretti, precarietà, false promesse politiche.
Tenacia e caparbietà sembrano essere qualità di Antonio. Un ragazzo che crede fermamente nella promozione dei prodotti siciliani. Ecco perché non si è limitato alla sola vendita.
«Durante il periodo natalizio –ci racconta ancora– abbiamo fatto la fiera a Draguignan, cittadina francese che si trova nel Var, vendendo le nostre specialità, compresi arancini e cannoli. E sono già in progetto la fiera primaverile e la famosa “Festivitalia”, che si terrà a St Raphael, località balneare della Cote d’Azur».
Diplomatosi nel 2014 all’Istituto “Pietro Branchina” di Adrano, Antonio, supportato dal padre, dopo alcune “prove” lavorative in Francia (per un periodo ha fatto pure il cameriere a St Tropez), ha deciso di cominciare la vendita di prodotti siciliani. Poi l’acquisto del furgone e dell’attrezzatura, quindi l’importazione da Biancavilla dei primi carichi.
«E si va avanti malgrado la crisi», puntualizza con ottimismo Antonio. «Qui, i prodotti siciliani, insieme allo stile biancavillese, piacciono».
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Storie
Addio al cane antidroga “Argo”: quando a Biancavilla scovò 1,5 Kg di hashish
Quella volta consentì ai carabinieri di effettuare due arresti e sequestrare lo stupefacente e 5mila euro

Un bellissimo esemplare di pastore tedesco. Aveva 14 anni. È morto Argo, il cane addestrato e abilitato per la ricerca di stupefacenti, in servizio per 8 anni al Nucleo Cinofili dei Carabinieri di Nicolosi.
Nel corso della sua carriera, il suo fiuto ha consentito di ritrovare ingenti quantità di droghe e, nel 2018, il suo impegno è stato premiato con un elogio da parte del Comandante della Legione Carabinieri Sicilia.
Diverse volte era stato impiegato anche a Biancavilla, in operazioni e in attività di controllo. Un validissimo supporto ai militari della stazione di via Benedetto Croce.
C’è un episodio, tra i tanti possibili esempio, in cui Argo si era distinto. Risale al 2015, quando scattò un blitz in due diverse abitazioni di Biancavilla. In quell’occasione furono trovati cinque panetti avvolti in cellophane trasparente e 7 dosi di hashish già pronte da smerciare. Un quantitativo che sarebbe stata trasformato in almeno altre 7.000 con potenziali ricavi di 10.000 euro. In quell’operazione furono effettuati pure due arresti e sequestrati 5000 euro in contante. Merito di Argo, quando era nel pieno della sua attività.
Auro è andato in “in pensione” nel febbraio 2021 per sopraggiunti limiti di età, in quanto l’avanzare degli anni non gli consentiva più di sostenere gli sforzi dell’impiego operativo. Però ha continuato a fare compagnia ai suoi “colleghi” quando non impegnati, assieme ai loro conduttori, nelle varie attività sul territorio.
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Storie
Il bambino di Biancavilla tra i paladini di Francia: Tommaso e i suoi pupi siciliani
A soli 8 anni si è esibito già con il suo teatrino di legno, portando in scena “L’Orlando innamorato”

Questa è la Biancavilla che ci piace
Una grande passione per i pupi siciliani al punto che non soltanto li colleziona, ma si cimenta pure nell’allestimento scenico e nella recitazione, imparando a memoria e interpretando lunghi dialoghi, mentre le sue mani muovono i fili. Tommaso Francesco Lavenia ha otto anni e il prossimo anno scolastico andrà in quarta elementare nel plesso “San Giovanni Bosco” di Biancavilla.
In queste sere d’estate si è esibito in piazza Cisterna a Ragalna, nell’ambito della “Summer Fashion Week”. Davanti a un numeroso pubblico, con il suo teatrino in legno, ha portato in scena “L’Orlando innamorato”, dando carattere, movimento e voce ad ogni pupo. Una passione, forse un talento. Per lui, applausi e incoraggiamenti. Sorprende come ad appena 8 anni, Tommaso Francesco stia seguendo un interesse inconsueto per la sua età. Uno sforzo che, al di là del gioco, rivela dedizione, studio e sensibilità artistica.
Tutto è nato per caso a Taormina, quando in un ristorante ha visto esposto un classico pupo siciliano. Da lì è scoccata la curiosità, accentuata quando a casa, tra i vecchi giochi del papà, ha trovato un “Orlando”. Poi, l’acquisto dei primi pezzi, alcuni in pessime condizioni e restaurati. Altri ancora costruiti in legno. Una collezione che ormai conta una trentina di pupi.
In questa sua passione ha coinvolto i genitori, Placido e Valeria, e anche i nonni, che lo hanno aiutato nella realizzazione dei costumi. Su YouTube è andato a cercare rappresentazioni dei pupi siciliani, ha studiato a memoria i lunghi dialoghi, integrando anche personaggi biancavillesi con riferimenti a San Placido e alla Madonna dell’Elemosina.
Tommaso Francesco si è tuffato così nel mondo epico-cavalleresco dei paladini di Francia, di Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo. Ha avuto pure l’opportunità di conoscere da vicino alcune famiglie siciliane che da generazioni custodiscono quest’arte: i “Napoli” di Catania, i “Puglisi” di Sortino, “Ariosto e Calabretta” di Acireale.
Un grande patrimonio culturale, non a caso proclamato nel 2001 dall’Unesco «capolavoro orale e immateriale dell’umanità», che mescola teatro, letteratura, tradizione e artigianato. Un patrimonio nel quale il piccolo Tommaso Francesco sperimenta la sua passione, preferendolo ai giochi digitali che lo terrebbero incollato per ore davanti a uno schermo, come accade a tanti suoi coetanei.
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