Cronaca
Torna a casa la bambina che si era ustionata con l’acqua bollente
La piccola era rimasta vittima di un incidente domestico che le aveva procurato bruciature sul 50% del corpo. Dovrà seguire ora una terapia e continue medicazioni.
di Vittorio Fiorenza
È uscita dall’ospedale e si trova adesso a casa. Sta meglio, ma deve continuare a seguire una terapia ed effettuare periodiche medicazioni. La bambina che alcune settimane fa si era ustionata, dopo che si era versata accidentalmente una pentola d’acqua calda addosso, ha lasciato il “Cannizzaro”.
Nell’ospedale catanese, la bambina, che frequenta la scuola elementare, era stata ricoverata al Centro grandi ustionati per le bruciature di secondo e terzo grado riportate sul 50% del corpo.
L’incidente domestico si era verificato all’ora di pranzo. Le urla della mamma aveva fatto accorrere i vicini. Uno di questi, Nunzio Caltabiano, si era prontato ad accompagnare la bambina e la mamma al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Viste le condizioni critiche, disposto poi il trasferimento a Catania con l’elisoccorso.
Adesso il ritorno a casa. Sono stati i vicini che hanno voluto accogliere la piccola con una festa, anche in coincidenza del suo compleanno. Gli stessi vicini, nelle settimane scorse, avevano lanciato un appello di solidarietà, promuovendo una raccolta fondi a favore della famiglia della bambina.
Non sono certo mancati i biancavillesi che hanno risposto con un gesto di generosità, ma i vicini chiedono di sottolineare come sia mancata la presenza, anche informale, di rappresentanti istituzionali o della Chiesa biancavillese.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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