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Marinella Cavallaro, la grande forza sui pedali della mamma-ciclista

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Marinella Cavallaro sulle strade di Zafferana Etnea in occasione dell’ultima competizione

Licodiese di 38 anni, per la società ciclistica “Etna Biancavilla” ha vinto il “Campionato italiano centro sud della montagna”. L’associazione guidata da Pietro Lavenia, nata 32 anni fa, si conferma una realtà solida e vivace.

 

di Vittorio Fiorenza

Diciassette chilometri in salita: una faticaccia. Ma non per Marinella Cavallaro, licodiese di 38 anni, che per la società “Etna Biancavilla” si è aggiudicata il primo posto della categoria “Donna” nel “Campionato italiano centro sud della montagna”, svoltosi a Zafferana Etnea.

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Pietro Lavenia

Insegnante di educazione fisica, mamma di due figli, Giuseppe e Lucia, Marinella ha cominciato a livello agonistico nel 2003. Da alcuni anni corre per l’associazione biancavillese, una realtà solida e vivace, guidata dal presidente Pietro Lavenia.

Come nasce questa passione? «La bici è libertà, ti porta ovunque e non conosce ostacoli», dice Marinella a Biancavilla Oggi.

Stessi valori per gli altri componenti della “Asd Sc Etna Biancavilla”. Nata 32 anni fa, oggi l’associazione conta su una ventina di atleti. Oltre a Marinella Cavallaro, si distinguono Giuseppe Lavenia, Alfio Ventura e Rosanna Messina, tutti e tre di Biancavilla.

«L’anno prossimo saremo molto più competitivi –assicura il presidente Pietro Lavenia– la nostra è una realtà sana e, nonostante dal Comune siamo poco riconosciuti, abbiamo dato tanto alla città di Biancavilla, che tradizionalmente ha una forte passione per il ciclismo».

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Parte degli atleti della “Asd Sc Etna Biancavilla”

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Cultura

L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli

L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano

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Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.

Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.

«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».

«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».

Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».

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