Chiesa
San Placido a 1500 anni dalla nascita L’arcivescovo dà avvio al “giubileo”




L’arcivescovo con il prevosto e i soci del circolo San Placido
Avvio solenne nella basilica di Biancavilla del Giubileo per i 1500 anni dalla nascita di San Placido, patrono della città. Papa Francesco ha concesso l’indulgenza plenaria a chi visiterà la cappella dedicata al santo benedettino.
di Vittorio Fiorenza
L’arcivescovo di Catania in visita a Biancavilla per l’avvio solenne del Giubileo sui 1500 anni dalla nascita di San Placido, patrono del centro etneo. Salvatore Gristina ha presieduto una messa nella basilica biancavillese, tra i primi appuntamento di un ricco programma (ancora in fase di allestimento) che si allungherà fino a novembre ma che avrà il clou nelle giornate del 5 e 6 ottobre.
Per l’occasione, Papa Francesco ha concesso l’indulgenza plenaria a chi visiterà in questo periodo la cappella dedicata al santo in chiesa madre.
L’arcivescovo ha ricordato come San Placido sia stato «un alunno molto caro di San Benedetto, che ci ricorda il valore dell’esempio e della testimonianza, nonché il ruolo educativo della famiglia e di coloro che si dedicano a questo compito affascinante dell’educazione». Gristina ha augurato ai fedeli biancavillesi e ai devoti del protettore della città «di vivere questo giubileo con questo spirito: testimoniare con la fede».
Anche il prevosto, padre Pino Salerno, dopo avere tracciato le note storiche e biografiche legate a San Placido e alle sue reliquie ha auspicato che «questo giubileo placidiano possa essere vissuto come un momento di vera grazia e di risveglio per nuova evangelizzazione e portare abbondanti conversioni alla santità».
A seguire della celebrazione, animata dalla corale polifonica della basilica diretta dal maestro Filadelfio Grasso con la presenza in prima linea dei soci del Circolo “San Placido”, l’arcivescovo si è intrattenuto all’interno della cappella per impartire la benedizione e fare una foto ricordo.


Un momento della celebrazione in basilica
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Chiesa
L’ultimo saluto a padre Nicoletti, il vescovo: «Una persona mite e umile»
Addio al prete morto in sagrestia, mons. Renna: «Ogni presbitero desidera andarsene così»


Una folla commossa e raccolta, ancora quasi incredula, ha accolto la salma di padre Salvatore Nicoletti nella chiesa “Sacro Cuore”. Un ultimo saluto, alla presenza del vescovo di Catania, Luigi Renna, e dall’emerito Salvatore Gristina.
«La sua vita è stata un dono», ha detto Renna, ricordando il sacerdote, morto a 79 anni, nella chiesa dell’Idria, in sagrestia, colto da malore dopo avere celebrato la messa per la comunità neocatecumenale.
«Siamo stati colti impreparati dalla notizia – ha specificato il vescovo – ma anche consapevoli che le circostanze della sua morte sono la situazione più autentica che un cristiano presbitero possa desiderare». E ancora: «La sua morte, che preferisco chiamarla “transito”, è un prolungamento della eucarestia».
Nella sua omelia, Renna ha ricordato l’impegno e la figura di padre Nicoletti, per 37 anni alla guida della parrocchia dell’Idria: «Il suo è stato un impegno umile e costante. La mitezza e l’umiltà di cuore l’hanno reso una persona amabile e semplice verso tutti. È stato una guida di comunità e sacerdote sempre disponibile».
Alla celebrazione, anche il vicario generale, Salvatore Genchi, oltre al clero biancavillese e altri confratelli provenienti da tutta la diocesi. Con fascia tricolore, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Bonanno, a fianco al presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Portale.
Dai parrocchiani dell’Idria a quelli del “Sacro Cuore” (la chiesa in cui ha maturato la sua vocazione), ognuno con un proprio pensiero legato a padre Nicoletti.
Non è mancato il saluto di Gristina: «Padre Salvatore è un dono del Signore. Con la sua umanità e il ministero esercitato. E noi qui presenti siamo la prova di questo dono del Signore alla comunità di Biancavilla e alla Chiesa di Catania. Ringraziamo Padre Nicoletti per ciò che ci ha donato, conserviamo il suo ricordo e facciamo in modo che questi ricordi diano frutto. Sin dal mio arrivo, mi ha colpito la schiettezza di padre Nicoletti e anche nelle difficoltà non è mai mancata la comunione».


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