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«Io, mamma affidataria, e la mia battaglia per riunire una famiglia»

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La bellissima testimonianza di una donna biancavillese sulla sua esperienza di mamma affidataria. Una storia di affetto e solidarietà che travalica i confini. Delusa dal Comune, felice all’estero. La donna, nell’anonimato, desidera condividere la sua vicenda con i lettori di Biancavilla Oggi. E molto volentieri pubblichiamo le sue parole.

 

Tre anni fa ad una famiglia di Biancavilla venivano tolti cinque bambini. Affidati a delle famiglie. Io sono stata una di queste “mamme affidatarie”. Non sapevo neanche cosa fosse l ‘affido ma ho amato quella bimba come una figlia.

Purtroppo, per motivi di lavoro, mi sono dovuta trasferire all’estero.

Il giudice di Catania non mi ha permesso di portare la bambina e a malincuore l’ho dovuta lasciare ad un’altra famiglia.

Dopo poco, abbiamo aiutato la mamma di questi bimbi, ormai separata, a trasferirsi qui. Le abbiamo trovato un lavoro e una casa. Mi sono battuta affinché questa mamma riavesse i suoi figli. Mi sono rivolta agli assistenti sociali del posto.

Dopo un anno, il miracolo. Il giudice ha acconsentito a due di questi bimbi di vivere con la mamma. Siamo felici ma non ci arrendiamo: vogliamo anche gli altri tre, tra cui la “mia bimba”.

Quante famiglie vivono nell’ombra, aiutando gli altri. Il Comune? Zero. La mamma ha dovuto pagarsi anche il viaggio per sé e per i suoi figli. Ma va bene cosi. Sono delusa del mio paese, ma sono felice perché quella dell’affido è stata l’esperienza più bella della vita mia e di mio marito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Da Biancavilla agli Emirati Arabi: lo chef Laudani e la sua “cucina creativa”

«Sono orgoglioso di essere “biancavilloto”, adoro gli arancini di Navarria: un sapore che mi porto dietro»

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È cresciuto e ha studiato in provincia di Bergamo, ma le sue origini sono di Biancavilla: «Un paese che porto sempre nel cuore». Antonino Laudani è uno chef affermato, ha girato mezzo mondo. La sua ultima tappa professionale è negli Emirati Arabi. La sua è una cucina creativa e raffinata, che risente della tradizione italiana e mediterranea: «Il risotto ai frutti di mare è un piatto che porto sempre con me». Le sue radici siciliane? Una bandiera che non lascia mai. Ovunque si sia trovato: dal Congo, dove a Brazzaville nel 2015 aprì il suo primo ristorante, alla Turchia e alla Spagna (come sous chef specializzato nei piatti italiani). Poi, in Inghilterra, durante l’emergenza Covid. Infine, negli Emirati Arabi, prima a Ajman e dopo a Ras al-Khaimah, ma con uno sguardo al futuro rivolto a Dubai.    

«Oramai – dice Antonino Laudani a Biancavilla Oggi – sono quasi 3 anni che vivo e lavoro qui e dopo tanti anni di sacrifici e precedenti sofferenze lavorative sono finalmente riuscito a diventare chef di un ristorante e successivamente chef executive di un altro. Lavoro per un ristorante fine dining italiano, con cucina creativa. Mi occupo della parte di sviluppo del menù, costi, fornitori, gestione del personale in cucina. Mi piace molto essere arrivato a questo nuovo punto di partenza nella mia vita. Ho l’obiettivo di portare il ristorante dove lavoro ad alti livelli, ma per scaramanzia non anticipo niente».

Alle spalle, lo chef Antonino ha un lungo percorso, fatto con sacrifici e determinazione. «All’età di nove anni e mezzo – ci racconta – io e la mia famiglia ci siamo trasferiti da Biancavilla in provincia di Bergamo, a causa delle limitazioni lavorative che purtroppo la Sicilia offre. Feci il mio percorso di studi medio e poi superiore alberghiero a Bergamo. Ho lavorato in un ristorante della mia zona, purtroppo anche il nord Italia ha i suoi limiti ed il lavoro regolare era molto difficile da trovare. Così nel 2015 andai fuori dall’Italia».

Ma anche al di là dei confini nazionali, Laudani resta fortemente legato alle sue origini: «Sono molto orgoglioso di essere un biancavilloto, ho dei bei ricordi del mio paese natale. Quando posso, ritorno per trovare i miei nonni ed i mie zii. E soprattutto per mangiare gli arancini di Navarria: è un sapore che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Mi piace ricordare i momenti passati a camminare per la via principale di Biancavilla, ammirare la chiesa madre e la sua grande piazza. Purtroppo, devo ammettere che se non avessi lasciato la Sicilia e poi l’Italia non sarei forse arrivato alla posizione che attualmente ricopro».

Da qui, un appello dello chef Antonino Laudani: «Vorrei poter dire ai giovani ragazzi e ragazze di Biancavilla di prendere la decisione di migliorarsi e, se serve, anche a costo di lasciare il proprio paese. Non abbiate paura. Soffrirete un po’, per poi imparare e stare meglio in futuro. E questa cosa vi renderà estremamente forti e motivati».

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