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«Io, mamma affidataria, e la mia battaglia per riunire una famiglia»

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La bellissima testimonianza di una donna biancavillese sulla sua esperienza di mamma affidataria. Una storia di affetto e solidarietà che travalica i confini. Delusa dal Comune, felice all’estero. La donna, nell’anonimato, desidera condividere la sua vicenda con i lettori di Biancavilla Oggi. E molto volentieri pubblichiamo le sue parole.

 

Tre anni fa ad una famiglia di Biancavilla venivano tolti cinque bambini. Affidati a delle famiglie. Io sono stata una di queste “mamme affidatarie”. Non sapevo neanche cosa fosse l ‘affido ma ho amato quella bimba come una figlia.

Purtroppo, per motivi di lavoro, mi sono dovuta trasferire all’estero.

Il giudice di Catania non mi ha permesso di portare la bambina e a malincuore l’ho dovuta lasciare ad un’altra famiglia.

Dopo poco, abbiamo aiutato la mamma di questi bimbi, ormai separata, a trasferirsi qui. Le abbiamo trovato un lavoro e una casa. Mi sono battuta affinché questa mamma riavesse i suoi figli. Mi sono rivolta agli assistenti sociali del posto.

Dopo un anno, il miracolo. Il giudice ha acconsentito a due di questi bimbi di vivere con la mamma. Siamo felici ma non ci arrendiamo: vogliamo anche gli altri tre, tra cui la “mia bimba”.

Quante famiglie vivono nell’ombra, aiutando gli altri. Il Comune? Zero. La mamma ha dovuto pagarsi anche il viaggio per sé e per i suoi figli. Ma va bene cosi. Sono delusa del mio paese, ma sono felice perché quella dell’affido è stata l’esperienza più bella della vita mia e di mio marito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Esuberante, ironica e anticonformista: “zia” Franca Calaciura compie cent’anni

Tra le prime donne di Biancavilla ad avere preso la patente di guida, fu volontaria Unitalsi e al “Cenacolo”

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Cento candeline per la biancavillese Franca Calaciura. «Una donna al servizio degli ultimi», come lei stessa ama dire di sé. Trent’anni passati da volontaria all’Unitalsi, oltre all’incarico di vicedirettrice del “Cenacolo Cristo Re”, fondato da mons. Giosue Calaciura, con il quale c’era un rapporto di parentela.

Un compleanno speciale per “zia Franca”, attorniata dall’affetto di 40 tra nipoti e pronipoti. Un traguardo festeggiato nella sua parrocchia dell’Idria, dove ha partecipato alla messa, presieduta da padre Giovambattista Zappalà. E poi a Villa delle Favare per un momento voluto dall’amministrazione comunale.

Carattere vivace, allegro ed esuberante, quello della “signorina” Calaciura. Dopo aver frequentato la scuola elementare a Biancavilla, inizia la scuola media ad Adrano, viaggiando in carrozza con i compagni. Il padre, che teneva molto all’istruzione ed all’educazione dei figli, dopo l’ennesima marachella da “maschiaccio”, la manda in collegio ad Acireale. Qui proseguirà gli studi fino alla licenza liceale, ma la vita collegiale non spegne la sua vivacità.

Studia Medicina all’Università di Catania, ma irrompe la guerra. Pur non arrivando alla laurea, si occupa di tutti i malati in famiglia e fuori casa. Si appassiona all’arte del cucito. Disegna, crea e realizza modelli di abiti da sera per se stessa, per la sorella e poi anche per le nipoti. Confeziona abiti per cerimonie e vestiti di Carnevale per i bambini.

Bella ed elegante, ammirata e corteggiata da molti, Franca è intelligente ed eclettica, vagamente anticonformista, al punto da guidare un’auto. Tutti la cercano, soprattutto nelle feste: «Se c’è Franca, il divertimento è assicurato».

Il sindaco Antonio Bonanno ha voluto accoglierla in fascia tricolore. «Mi ha raccontato – dice il primo cittadino – di essere stata una delle prime donne biancavillesi ad avere preso la patente. Lucida, ironica, tenerissima, da brava cuoca ricorda ancora le ricette con le quali ha deliziato negli anni i propri familiari. E quando non era ai fornelli, era lei che cuciva i vestiti della festa per parenti e amici. A questa donna speciale che custodisce ancora una carica umana straordinaria ho donato il più caloroso tra gli abbracci. Auguri “zia Franca”, orgoglio e vanto di tutta la città di Biancavilla».

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