Detto tra blog
«Troppi incidenti, via Sant’Ambrogio andrebbe chiusa al traffico veicolare»
L’arteria stradale ha necessità di una serie di interventi per migliorare le condizioni di sicurezza





L’ultimo incidente stradale in via Sant’Ambrogio, a Biancavilla, si è verificato pochi giorni fa. Un veicolo, guidato da un giovane ventenne, ha impattato un’auto in sosta. Non si tratta di un caso isolato: è uno dei tanti incidenti, più o meno gravi, consumati lungo l’arteria stradale.
Ad ogni incidente ci si indigna, ma nessuna soluzione viene messa in atto per migliorare le condizioni di sicurezza. Sarebbe auspicabile –certamente– il buon senso degli automobilisti, che dovrebbero percorrere la strada alla velocità consona. Ma ciò non basta. La segnaletica stradale è insufficiente: pochi cartelli e mal predisposti. L’ideale sarebbe l’installazione di un dissuasore elettronico di velocità che permetterebbe al guidatore di rendersi conto dell’andatura a cui sta viaggiando, influenzando così l’atteggiamento poco sicuro. Naturalmente, si tratta di “cure palliative”.
La soluzione adeguata sarebbe quella di chiudere via Sant’Ambrogio e renderla percorribile solo ai residenti e, in via eccezionale, ai mezzi di trasporto in emergenza o per necessità comprovate. L’arteria alternativa sarebbe la strada parallela, percorribile a doppio senso dai veicoli.
Via Sant’Ambrogio è trafficata da bambini e anziani, che si muovono a piedi o in bicicletta. Il cattivo comportamento dei guidatori, soltanto per fortuna, non ha determinato una tragedia.
Allo sbocco della via vi è l’ingresso a un noto locale per ricevimenti. La chiusura della strada permetterebbe ai gestori di far giungere gli ospiti in sicurezza, senza alcun “affollamento”. La sua interdizione non implicherebbe alcun disagio. Ma permettere di garantire ai residenti, agli ospiti della struttura ricettiva e ai bambini di poter percorrere la strada con maggiore sicurezza, evitando quanto più possibile incidenti. Sperando che la proposta abbia seguito, va auspicato sempre il buon senso dei guidatori.
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Detto tra blog
Il vuoto ideologico e le radici recise: limiti della Sinistra biancavillese
Le parole chiave del Pd? Sono diventate quelle di una certa Destra: decoro, ordine e sicurezza





Riparto dalle interessanti considerazioni di Rosario Di Grazia a proposito dell’anomalia elettorale biancavillese, raccogliendone il testimone virtuale. Rileggere oggi Calamandrei, come ci invita a fare, genera un immediato senso di sollievo, seguito però da una vertigine, a tal punto è lontana la realtà ideale dallo stato di cose attuale. L’impietosa fotografia di una competizione elettorale “squilibrata” – alla quale si aggiunge la clamorosa débâcle 5 stelle – mi sembra rispecchi in pieno un certo svuotamento ideologico delle (cosiddette) “opposizioni”, se non un vero e proprio “smottamento” verso destra. È un po’ triste vedere infatti come i temi caldi del confronto elettorale ricalchino gli stessi battuti dalla politica nazionale: ordine, sicurezza, decoro.
Tutti temi che, non me ne voglia il neo-candidato Ingiulla (a cui invio anzi i miei migliori auguri), restano punti di forza della Destra, perché esprimono le paure e le priorità di un elettorato conservatore. Ma chi tutela le fasce sociali deboli? Chi difende i Beni Comuni? E una forza politica che manca di queste parole d’ordine, a che titolo si definisce di “centrosinistra”? E in che misura funge da “opposizione”?
Oggi, di fronte alle bandiere della Destra, sotto alle quali si assiepano quelli che Ingiulla stesso definì “gruppi organizzati del consenso elettorale”, non sventola più nessuna bandiera rossa. La sinistra biancavillese – di cui proprio Ingiulla intonava il de profundis nel 2018 – sembra aver perso ogni contatto con le sue radici.
Che la politica locale non risponda alle ideologie è un tema noto. Tuttavia, credo che a furia di dirlo e ridirlo, stia diventando un comodo alibi per tutti. Invece io penso, o perlomeno mi piace pensare, che è proprio nei problemi concreti dell’elettorato che si devono mettere in campo gli ideali.
Ma la politica locale sembra invece vivere d’inerzia, come rassegnata a sé stessa, ormai perfettamente a suo agio in un clima “post-ideologico”. E senza più quel pudore minimo con cui mascherava le sue logiche clientelari.
Voler ricostruire l’opposizione in questo scenario è un compito arduo, e certamente lodevole, ma non può non passare attraverso il recupero fondamentale delle idee. Non basta limitarsi a ricompattare nuovi “gruppi organizzati di consenso” attorno a un nome. Il rischio è quello di far convergere il confronto elettorale non tanto sulle diverse “visioni di mondo”, quanto su una mera contrapposizione personale.
Mi torna alla mente, con una certa nostalgia, la campagna elettorale di 10 anni fa. In molti potranno convenire essere stata fra le più vivaci degli ultimi decenni. All’epoca, il nascente gruppo dei 5 stelle non aveva – questo era chiaro a tutti – nessuna clientela forte alle spalle, nessun “pacchetto” di voti da giocare. In una parola, non aveva alcuna speranza di inserirsi nella sfida fra Glorioso e Bonanno. Ma aveva qualcosa che a questi due mancava: idee nuove, entusiasmo e il coraggio (persino sfacciato) di mettersi in gioco democraticamente. E con la sola forza di queste idee contribuì a rivitalizzare una competizione elettorale altrimenti ingessata.
Resta emblematica la foto che ritrae le due sedie vuote di piazza Roma – quella dell’allora sindaco Glorioso e quella dell’attuale sindaco Bonanno – i quali si rifiutarono all’ultimo di incontrare la cittadinanza e gli altri candidati sindaci per un dibattito pubblico aperto. Qualcuno, evidentemente, aveva paura del confronto democratico.
E sebbene all’epoca non si volesse/potesse dire, quella squadra ha avuto anche un altro merito che va riconosciuto. Quello di aver riacceso l’attenzione su tematiche profondamente di sinistra, dimenticate o tradite per lungo tempo proprio da chi avrebbe dovuto rappresentarle. Mi riferisco a temi come la difesa dei Beni Comuni, la salute, la sostenibilità ambientale, l’equità sociale.
Ecco alcuni dei grandi temi assenti nell’attuale campagna elettorale. Temi dai quali, chissà, forse Ingiulla potrebbe ripartire, rivolgendosi a quanti hanno a cuore un cambiamento degli equilibri sociali ed economici in paese, piuttosto di guardare a chi ha interesse a mantenere lo status quo.
Potrebbe parlare a quei ragazzi che sono andati via e dar loro un motivo valido per rientrare. Potrebbe parlare alle donne, ancora troppo spesso relegate in casa. O ancora, potrebbe parlare ai migranti, proponendo loro un’inclusione più attiva nella cittadinanza (magari ribadendo, a gran voce, che Biancavilla non si adegua alle vergognose politiche di questo governo!).
Ancora, piuttosto che parlare di sicurezza, potrebbe ricercare le radici del malessere sociale, guardando ai ragazzi come a forze future, e non solo come a pericolosi teppisti. La sicurezza, infatti, è solo fumo negli occhi. È il modo migliore per concentrarsi sugli effetti e mai sulle cause. Ma in questo c’è già la Destra ad essere maestra, come sperare di far meglio di lei?
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