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Cronaca

Alimenti scaduti, lavoratori in nero e furto all’Enel: blitz in un panificio

Ispezione dei carabinieri porta a due denunce, per il titolare e per il gestore dell’attività

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Alimenti in cattivo stato di conservazione, allaccio irregolare alla rete elettrica, presenza di lavoratori in “nero”. Una serie di gravi violazioni a carico di un panificio di Biancavilla. Due le denunce che sono scattate.

L’intervento è stato compiuto dai Carabinieri della Stazione di Biancavilla, affiancatai dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania. Non è mancato il supporto del personale dell’Asp e dell’Enel. Il servizio rientra nell’ambito dei controlli sui luoghi di lavoro e sulla sicurezza alimentare.

Questa volta la denuncia, a seguito dell’attività ispettiva, ha riguardato un catanese di 35 anni e una 37enne biancavillese, rispettivamente gestore e titolare del panificio di Biancavilla. Sono indiziati di furto aggravato in concorso e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione.

I militari, in particolare, hanno accertato la manomissione del contatore dell’esercizio commerciale, bypassato mediante “allaccio con fili volanti” direttamente alla rete elettrica pubblica.

Allo stesso tempo si è proceduto al sequestro di 200 kg di alimenti confezionati e 180 litri tra olio e vino, privi di tracciabilità e in pessimo stato di conservazione o scaduti.

Inoltre, rilevata pure la presenza di tre lavoratori in “nero”. Erano privi di contratto di lavoro. Una violazione che ha comportato una maxi sanzione amministrativa per l’importo di 10.800 euro.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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