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Cronaca

Accompagna il figlio all’asilo e si ritrova l’auto scassinata: rubato il portafogli

L’episodio, denunciato ai carabinieri, è avvenuto all’esterno del 2° Circolo didattico di via dei Mandorli

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Aveva parcheggiato l’auto, una Fiat Panda, in via dei Mandorli, per accompagnare il figlio all’asilo del 2° Circolo didattico. Il tempo di lasciare il bambino davanti al portone d’ingresso e fare ritorno in macchina. Questione di meno di due minuti per una mamma di Biancavilla. Un lasso di tempo brevissimo, durante il quale, però, ignoti hanno rubato il portafogli che la donna aveva lasciato nella borsa, sul lato passeggero. Il contenuto? Circa settanta euro, oltre ai documenti personali.

Un episodio subito denunciato alla stazione dei carabinieri di via Benedetto Croce dei carabinieri. Si tratta di una tipologia di reato al di fuori della casistica e delle statistiche criminali locali. Eppure è accaduto. Cosa che lascia ipotizzare alla mano di ignoti venuti da fuori Biancavilla. Certo è che chi ha commesso il furto, ha dimostrato maestria ed esperienza.

In una manciata di secondi, i ladri –evidentemente appostati in attesa del momento giusto– hanno aperto uno sportello dell’auto. Le sarrature delle Fiat Panda sono tra quelle che i ladri forzano con maggiore facilità. Hanno rovistato all’interno della borsa per impossessarsi soltanto del portafogli.

Al ritorno, la donna non ha notato segni di effrazione. Ma non ha potuto aprire le portiere, pensando ad un guasto. All’interno tutto sembrava in ordine. Poi, una volta riuscita a sbloccare la chiusura e controllato meglio, l’amara sorpresa. Non le è rimasto altro da fare che rivolgersi ai carabinieri, che hanno acquisito la denuncia. Il suggerimento, sempre valido, è quello di evitare di lasciare in auto borse e portafogli, che potrebbero attirare l’attenzione di malintenzionati.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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