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«Io, truffato con “Golden Fleece”: ho buttato 3000 euro per una illusione»

Parla uno dei biancavillesi caduti nella trappola: nel nostro comprensorio coinvolte migliaia di persone

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Un sogno. Il sogno di cambiare vita. L’abbaglio dei soldi facili. A Biancavilla c’è chi ancora asciuga le lacrime e si lecca le ferite. “Golden fleece”, un gigantesco gioco finanziario in cui tanti sono caduti. Un gioco diventato virale, al punto da avere coinvolto diverse migliaia di persone nel nostro comprensorio. Un caso eclatante, raccontato da Biancavilla Oggi in un articolo che ha fatto picchi di clic stratosferici, a dimostrazione delle dimensioni di questo miraggio collettivo. Torniamo a parlarne. Lo facciamo, intervistando uno dei biancavillesi rimasto imbrigliato nella truffa.

Cominciamo dall’epilogo: lei quanti soldi ha perso in questa faccenda?

Ho perso 3000 euro, cioè il massimo dei pacchetti acquistabili. Ho cominciato il 20 gennaio e, secondo il meccanismo proposto, avrei dovuto guadagnare 138 euro al giorno. In una ventina di giorni pensavo di recuperare tutto. Ma dopo circa una settimana ho realizzato di avere bruciato il mio denaro. Una truffa.

Come ci si sente ad essere caduti in una trappola finanziaria?

C’è delusione. Ci si sente frustrati. Da persone a me care, a me vicine, ero stato avvisato. Alcune mi avevano consigliato quantomeno di espormi con meno denaro. Purtroppo l’illusione di un guadagno veloce mi ha portato a fare un grande sbaglio.

In che modo è stato coinvolto?

Ho visto degli amici che maneggiavano soldi in contante. Sono stati loro a spiegarmi che c’era questo “gioco”, attraverso cui mettere dei “mi piace” sui social. E con cui si poteva guadagnare, coinvolgendo altri. Ma tutto si è rivelato una buffonata con schema Ponzi.

E lei quante altre persone ha coinvolto?

Fortunatamente poche. Non c’è stato il tempo e non tutte avevano la disponibilità finanziaria. Tante persone di mia conoscenza, però, sono entrate in “Golden Fleece” con diverse centinaia di euro.

Il consulente finanziario Roberto Palermo, che da tempo avverte a stare alla larga da queste piattaforme illegali, a Biancavilla Oggi ha parlato di un fenomeno con migliaia di persone nel nostro comprensorio. La sua percezione?

Sì, certamente sì. È così. Tra Biancavilla e Adrano migliaia di persone. A livello nazionale, poi, gli italiani coinvolti sono milioni.

Che tipologia di “investitori” hanno puntato su “Glolden Fleece” a Biancavilla?

Persone normalissime. Non parliamo di grossi imprenditori o soggetti con enormi disponibilità finanziarie. Sono soggetti con un normale stipendio. Oppure braccianti agricoli, anche giovani studenti. O persino disoccupati.  

Quali le loro storie?

So di un ragazzo, un semplice studente, che ha messo 600 euro. So di alcuni che si sono fatti dei prestiti, anche di poche migliaia di euro, per metterli in questo sistema, sperando di guadagnare subito. Insomma, persone “piccole” che sognavano in grande.

Perché, pur intuendo che il sistema fosse palesemente truffaldino, si è aperto il portafogli dei propri risparmi? Che meccanismo scatta?

È come acquistare un sogno, un passo per fare soldi facili, in poco tempo e magari cambiare la vita. È questa la leva psicologica. Ed è troppo tardi quando comprendi che sei dentro ad una truffa.

Cosa le insegna questa esperienza?

Mi ha insegnato tanto, mi spinge ad essere più maturo. Più accorto. Ho accettato questa intervista con Biancavilla Oggi perché altri non facciano come me. Dico a tutti di fare attenzione per non cadere in simili trappole. I soldi facili non arrivano mai… facilmente. Quei 3000 euro che ho sborsato erano soldi miei, lavorati e sudati. Soldi buttati al vento per un sogno che non si è avverato.

UN CASO “ETNEO”. Il miraggio dei soldi facili: milioni di euro truffati a Biancavilla e Adrano

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Giornata mondiale della Salute mentale: incontro a Biancavilla sulle sfide attuali

A 45 anni dalla legge “Basaglia” resta da superare ancora lo stigma su chi vive il disagio psichico

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© Foto Biancavilla Oggi

Si è svolto a Biancavilla presso il Centro Polivalente di Villa delle Favare, l’evento per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Da 150 piazze d’Italia, connesse in live streaming, è stato trattato il tema “DSM e cittadini uniti per la salute mentale”. Un’occasione per discutere argomenti che parlano non di malattia ma di benessere psichico delle persone. Argomenti che quindi riguardano tutti i cittadini e non solo utenti e operatori addetti ai lavori, così come ha spiegato il direttore del DSM dell’Asp di Catania, Carmelo Florio.

Nella nostra provincia per raggiungere il territorio, le persone, le istituzioni, il programma ha previsto sei location. Oltre Biancavilla, anche Acireale, Caltagirone, Gravina, Catania presso il Convitto Cutelli e l’Istituto Valdisavoia.

Problemi sempre attuali

Sono trascorsi più di 45 anni dalla emanazione della Legge “Basaglia”. Rimane ancora aperto il problema di una giusta informazione che faccia superare lo stigma e la discriminazione sul disagio mentale e dia la possibilità di sostenere processi di inclusione nei confronti di chi si trova a viverlo.

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si calcola che i disturbi mentali possono essere collocati ai primi posti come intensità di sofferenza e di disabilità per la popolazione con un netto aumento nei paesi più industrializzati.

L’Unicef nel 2021 lanciò l’allarme affermando che un adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale. La sofferenza che accompagna e segue la malattia mentale, causa disequilibri nell’armonia interiore e psicologica dell’essere umano. Il disagio a volte diventa così insopportabile da spingere quasi 46.000 adolescenti ogni anno a togliersi la vita.

Circa il 25% della popolazione italiana fa esperienza di un problema legato alla salute mentale. In un anno i servizi specialistici del Servizio sanitario nazionale assistono quasi novecentomila persone.

Il ruolo del Dsm

A operare nel territorio, in maniera capillare, si trovano i Distretti di Salute Mentale che, come recita la nota informativa dell’evento odierno, «affondano le loro radici nella “deistituzionalizzazione” avviata con la riforma psichiatrica della Legge 180, sui cui valori fondanti occorre ancorare ogni ulteriore sviluppo nelle politiche di salute mentale: approccio comunitario di salute pubblica, primato della soggettività, dei diritti e delle risorse della persona, dell’inclusione sociale». Perché lo scopo principale dei servizi psichiatrici, è proprio quello di stabilire un percorso terapeutico individuale, senza separare la persona dal suo ambiente, anzi fronteggiando il rischio costante della marginalizzazione.

Diverse anche le criticità sulle quali conviene soffermarsi per trovare punti di accordo e soluzioni concrete. «Occorre operare perché vengano date dai DSM risposte differenziate alla psicopatologia dell’adolescenza, ai disturbi del comportamento alimentare, ai disturbi di personalità, ai disturbi dello spettro autistico, ai disturbi psichiatrici associati alle disabilità intellettive», continua la nota. Nella proposta del Collegio Nazionale dei DSM vengono definite anche alcune priorità di azione che tengono conto delle difficoltà storiche e dei notevoli cambiamenti sociali in corso riguardanti essenzialmente gli investimenti e il personale, i modelli organizzativi e, infine, i rapporti tra psichiatria e giustizia.

L’essere umano al centro di ogni intervento

Il metodo da perseguire e portare avanti è quindi quello di un intervento discreto e delicato che metta al centro l’uomo, restituendo significato dove sia stato perduto, nella crisi, nello smarrimento di un Sé frammentato e turbato dagli avvenimenti di una condizione che mina l’essenza stessa della persona e si ripercuote immancabilmente nei rapporti con gli altri. Indicative le parole di Basaglia quando disse che l’irrecuperabilità di un malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita. Una società per dirsi civile dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, presenti entrambi in ogni essere umano.

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