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Cronaca

Finisce in manette Agatino Scalisi, uno degli “ambulanzieri della morte”

A seguito della condanna in primo grado a 30 anni di carcere, la Dda ordina l’arresto dell’uomo

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Due auto a sirene spiegate, lungo viale Cristoforo Colombo, hanno “annunciato” a Biancavilla l’arresto di Agatino Scalisi, uno degli imputati del caso “Ambulanza della morte”. L’uomo, adranita, classe 1975, è finito in manette. Arresato dai carabinieri della compagnia di Paternò su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Adesso si trova in una cella del carcere “Bicocca” di Catania.

Il provvedimento fa seguito alla sentenza di condanna in primo grado di Scalisi a 30 anni di reclusione. L’altro imputato h avuto l’ergastolo dalla Corte d’assise di Catania. Entrambi i “barellieri” sono accusati di omicidio ed estorsione aggravata ai danni dell’impresa di pompe funebri di Orazio Arena e dei figli Giuseppe e Luca.

Il Gip ha evidenziato che Scalisi, nel corso del processo e sino al 2020 ha continuato, senza alcuna autorizzazione o abilitazione sanitaria, ad effettuare trasporti di malati a bordo di mezzi non idonei.

Ormai nota la ricostruzione della Procura (imperniata essenzialmente sulle dichiarazioni dei testimoni e dei parenti delle vittime), condivisa dal giudice. Malati terminali uccisi durante il trasporto con ambulanza privata dall’ospedale di Biancavilla alle rispettive abitazioni. Uccisione avvenuta tramite iniezioni di aria per via endovenosa da parte degli addetti alle ambulanze.

Un omicidio di un’anziata signora contestato a Scalisi, condannato con rito abbreviato. Tre omicidi, invece, a carico di Garofalo.

Secondo l’impostazione accusatoria, attraverso tale condotta gli imputati incrementavano il loro guadagno, svolgendo anche il servizio di vestizione delle persone decedute e percependo un importo aggiuntivo di circa euro 200/300. All’impresa Arena, secondo l’accusa, veniva imposto di cedere l’utilizzo gratuito e la gestione di un’autombulanza intestata a uno dei fratelli.

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Cronaca

Sequestrati 20 kg di pesce ad un ristorante di sushi di Biancavilla

Otto giovani in possesso di droga, sanzioni di 20mila euro per violazioni del Codice della strada

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Controllo del territorio di Biancavilla da parte dei carabinieri della compagnia di Paternò, con il supporto dei colleghi della C.I.O. del 12° Reggimento “Sicilia” e del N.A.S. di Catania con operatori dell’Asp

Le verifiche si sono concetrata su 5 pub e ristoranti. In un ristorante di sushi, in particolare, è stata riscontrata la mancata tracciabilità dei prodotti ittici. Circostanza che ha determinato il sequestro di 20 kg di varie tipologie di pesce. Il titolare ha avuto sanzioni per 3500 euro.

Le operazioni dei militari si sono allargate nei luoghi di maggiore aggregazione serale dei ragazzi, da piazza Annunziata e Via Vittorio Emanuele al viale dei Fiori.

Per quanto riguarda le attività su strada, i militari hanno denunciato in stato di libertà un 27enne di Adrano, trovato in possesso di un bastone telescopico tipo “manganello” all’interno della propria utilitaria, fermata in un posto di controllo in viale dei Fiori. Segnalati alla Prefettura 8 giovani, tutti residenti tra Adrano e Biancavilla di età tra i 17 e 30 anni. Avevano complessivamente 5 dosi di marijuana, 2 di cocaina e 3 di hashish.

Consistenti infine anche i servizi finalizzati ad assicurare il rispetto delle norme del Codice della Strada. In tal senso, i militari hanno accertato che su 56 veicoli controllati, oltre un terzo era sprovvisto della copertura assicurativa. In due casi, i conducenti di 2 mezzi, sequestrati, si trovavano alla guida senza aver mai conseguito la patente. Sono stati, quindi, contestate 19 sanzioni amministrative, per un valore di circa 20mila euro. Ritirati due documenti di guida e circolazione e decurtati complessivamente 17 punti alle patenti di guida.

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