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Cronaca

Cinque arresti e due denunce per rissa in piazza, un ferito in prognosi riservata

Indagini lampo dei carabinieri dopo la lite plateale: sette coinvolti, tra rumeni, albanesi e marocchini

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Cinque arrestati (poi rimessi in libertà) e due denunce per il reato di rissa aggravata. Questo l’esito delle indagini condatte dai carabinieri subito dopo la lite che si è animata in piazza Roma, a Biancavilla. Le persone coinvolte sono di nazionalità romena, marocchina ed albanese e hanno età compresa tra i 22 ed i 49 anni.

Ad intervenire sul posto, dopo diverse telefonate giunta al numero di emergenza 112, sono state due pattiglie di carabinieri di Biancavilla ed Adrano, oltre ad una pattuglia della polizia municipale.

I militari hanno trovato al loro arrivo quello che poteva sembrare lo scenario di un campo di battaglia. In tre presentavano ferite da taglio. Si trovavano a terra, insanguinati. Uno, in particolare, aveva ferite da punta alle spalle e ai fianchi.

Giunte due ambulanze, i militari si sono immediatamente attivati per risalire agli autori ed alle motivazioni che hanno generato il parapiglia. Individuati due gemelli albanesi di 32 anni, che da subito hanno dichiarato di essersi soltanto “difesi”.

Sul luogo, sotto due veicoli parcheggiati, rinvenuti un bastone in ferro di 60 centimetri ed un martello da carpentiere. I carabinieri hanno acquisito pure le immagini di un sistema di videosorveglianza attraverso cui hanno acquisito elementi utili per l’identificazione dei soggetti coinvolti nella rissa. Le cause scatenanti sono ancora oggetto di accertamenti.

Uno dei feriti, un marocchino 32enne, è stato traportato all’ospedale di Paternò, dove è stato ricoverato in prognosi riservata, non in pericolo di vita. All’ospeale di Biancavilla sono stati medicati gli altri due romeni feriti di 41 e 26 anni. Uno ha riportato un trauma facciale con frattura del naso: la prognosi è di 30 giorni. L’altro, con prognosi di 10 giorni, ha riportato ferite multiple al dorso e alla gamba destra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. Graziella

    19 Giugno 2021 at 17:58

    Ecco come si lascia nell’indifferenza il degrado del centro storico di biancavilla .ci sono piccoli centri in Sicilia dove si da valore alle poche cose storiche che si hanno invece a biancavilla si da la possibilità ad un furgone con delle scale sul portabagagli a sostare tutto il giorno nel salotto della cittadina che dovrebbe essere la piazza più bella .ma il sindaco dove è ,i vigili urbani dove sono? E poi ci meravigliamo se poi propio la piazza è teatro di travolgenti litigi e duelli .ma dove siamo?il sig sindaco si rende conto che non potrà mandare suo figlio in piazza perché non è sicura? Da una cittadina esasperata che attende risposta

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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