Cronaca
Mafia, droga, armi e rapina: nuove misure di sorveglianza speciale
Provvedimenti emessi nei confronti di un esponente del clan locale e di un rapinatore
Raffica di provvedimenti di sorveglianza speciale nei confronti di 19 persone, eseguite dalla Questura ed emesse dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione.
Sono 19 e, tra questi, uno riguarda un 54enne di Biancavilla. L’uomo è indiziato di appartenere alla famiglia mafiosa locale, articolazione territoriale del clan “Santapaola-Ercolano”. Nei confronti del 54enne gravano anche le accuse di spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra, oltre a reati contro il patrimonio.
Per un altro soggetto sono state applicate, inoltre, le misure di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Si tratta di un 36enne, ritenuto responsabile di reati contro il patrimonio e reati in materia di stupefacenti. In particolare, l’uomo è accusato di rapina aggravata ai danni di un esercizio pubblico gestito da cinesi a Biancavilla, resistenza a pubblico ufficiale, spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e altro.
I provvedimenti si aggiungono a quelli già emessi lo scorso maggio nei confronti di altri tre biancavillesi in odore di “mafiosità”. Soggetti di 26, 46 e 52 anni, ritenuti appartenenti del clan mafioso locale.
Ai “nuovi” sorvegliati speciali, invalidati carta d’identità passaporto e patente di guida. Imposti anche differenti obblighi. Tra questi, rincasare entro le ore 21 e non uscire di casa prima delle 6 del mattino o non intrattenersi abitualmente in pubblici esercizi e non partecipare a pubbliche riunioni, oltre a non portare o detenere armi.
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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