Cronaca
Tre biancavillesi in odore di “mafiosità” sottoposti alla sorveglianza speciale
Si tratta di provvedimenti emessi dal Tribunale di Catania ed eseguiti dalla Questura


Sono in tutto 17 le Sorveglianze Speciali della P.S. eseguite nell’ultimo mese dalla Questura ed emesse dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione.
Applicate a soggetti ritenuti socialmente pericolosi per la sicurezza pubblica, le Misure di Prevenzione sono alcune a firma del procuratore Carmelo Zuccaro, altre del questore Mario Della Cioppa, a carico di pregiudicati distintisi per gravi reati.
Tra questi, figurano anche tre biancavillesi. Sono indiziati di appartenere all’associazione a delinquere di stampo mafioso di Biancavilla. Un’articolazione del clan “Santapaola–Ercolano”, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni e reati in materia di armi. I tre, di cui un comunicato della Questura non ha fornito i nomi, hanno 26, 46 e 52 anni.
Ai “nuovi” sorvegliati speciali, invalidati carta d’identità passaporto e patente di guida. Imposti anche differenti obblighi. Tra questi, rincasare entro le ore 21 e non uscire di casa prima delle 6 del mattino o non intrattenersi abitualmente in pubblici esercizi e non partecipare a pubbliche riunioni, oltre a non portare o detenere armi.
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Cronaca
Omicidio Parisi, condanna definitiva: carcere a vita per Salvatore Fallica
Un iter giudiziario particolarmente complesso per il delitto commesso nel 2003 in contrada Rinazze


Sono stati i Carabinieri della Compagnia di Paternò ad eseguire l’arresto. Hanno eseguito così un ordine per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale di Catania.
Destinatario del provvedimento è Salvatore Fallica, 47 anni, personaggio noto alle cronache, er ora rintracciato a Volterra, in provincia di Pisa.
Nei suoi confronti è arrivata la sentenza definitiva all’ergastolo per omicidio premeditato in concorso di Gaetano Parisi, guardia campestre 53enne di Paternò. Riconosciuto colpevole anche per deteenzione e porto illegale di armi comuni da sparo.
L’omicidio di Parisi avvenne il 14 aprile 2003 in contrada Rinazze, a sud di Biancavilla. La vittima era alla guida della sua autovettura, una Fiat 500, dopo essere stata speronata.
Un delitto di sangue maturato per conflittualità interne al clan mafioso locale. Il movente?Secondo gli inquirenti è legato alla mediazione, all’epoca dei fatti, tra Parisi e il clan di Biancavilla ed i piccoli imprenditori agricoli sottoposti alle estorsioni.
Fallica era inserito nel clan Toscano-Tomasello-Mazzaglia, articolazione della famiglia di Cosa nostra etnea Santapaola-Ercolano. Particolermanete complesso l’iter giudiziario del caso, che aveva coinvolto anche un secondo soggetto di Biancavilla, poi morto a causa di una lunga malattia. Alla loro identificazione, gli inquirenti sarebbero giunti grazie alla comparazione del Dna trovato, dai carabinieri del Ris di Messina, su pezzi di guanti in lattice dimenticati dentro un’auto, risultata rubata. La stessa utilizzata dai sicari nell’agguato, e su un guanto in prossimità della stessa auto.
La sentenza di primo grado di condanna era stata annullata dalla Corte d’Assise d’appello di Catania nei confronti dei due. Poi, la prosecuzione del procedimento. Fino al verdetto definitivo di oggi nei confronti di Fallica.
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