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Cronaca

L’ultimo saluto a Vito, i funerali nel giorno del suo 18esimo compleanno

Dolore e strazio per la vittima dell’incidente di viale dei Fiori: in mattinata la funzione in chiesa

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Biancavilla si stringe attorno alla famiglia Lanzafame. E questa mattina, l’abbraccio sarà ancora più forte per i genitori chiamati a dare l’ultimo saluto a Vito, vittima dell’incidente in scooter lungo viale dei Fiori. Alle 11.30 nella basilica “Maria Santissima dell’Elemosina” sarà celebrato il funerale del giovane –figlio unico– che proprio oggi avrebbe compiuto 18 anni.

Il cugino, 17enne, che era assieme a lui sullo scooter è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale “Cannizzaro” di Catania per una serie di traumi e fratture.

Entrambi –con indosso il casco protettivo– stavano andando a scuola, all’Istituto “Pietro Branchina” di Adrano. Ancora un paio di minuti e sarebbero arrivati in classe, come da abitudine. Invece, il loro destino si è incrociato con quello di un autista di un mezzo dell’impresa di raccolta dei rifiuti.

Fatto sta che Vito ha perso il controllo dello scooter – un Aprilia 125 – andando a schiantarsi contro un palo della segnaletica stradale. Per lui non c’è stato nulla da fare: è morto sul colpo. Il cugino, seppur ferito, è rimasto cosciente.

Le manovre e i movimenti del mezzo pesante e dello scooter sono ora al vaglio dei carabinieri di Biancavilla, chiamati ad accertare eventuali responsabilità. Per atto dovuto, il dipendente dell’impresa di nettezza urbana è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Catania.

Tutti elementi da approfondire, anche attraverso l’esame delle immagini di videosorveglianza della zona e delle testimonianze dirette, a cominciare dal 17enne rimasto ferito. Ma c’è tempo, bisogna attendere. Oggi è il giorno di Vito. È il giorno per dare l’addio ad un ragazzo perbene, educato e ben voluto.  

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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