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Controlli anti-Covid, l’associazione “Bellessere” chiede incontro a Bonanno

Diffusione del virus, zona rossa, abusivismo di categoria: parrucchiere e barbieri minacciano azioni legali

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L’associazione “Bellessere”, che raggruppa diversi parrucchieri di Biancavilla, minaccia azioni legali «contro tutti i responsabili, a qualsivoglia titolo, commissivo o omissivo, della maggiore diffusione del virus, in modo così tanto invasivo da determinare la necessità di dichiarare il Comune di Biancavilla “zona rossa”, con grave danno (anche) per la categoria».

È quanto si legge in una lettera inviata al sindaco Antonio Bonanno, a firma dell’avv. Pilar Castiglia, che rappresenta l’associazione, «costituita al fine di tutelare l’attività dei parrucchieri, dei barbieri e degli estetisti di Biancavilla».

Battaglia principale è –in questo settore– quella contro «il diffusissimo malcostume dell’abusivismo, pregiudizievole oltre che per ragioni economiche, anche e soprattutto per ragioni legate alla tutela della salute pubblica».

«La finalità perseguita da “Bellessere”, nel drammatico periodo che si sta vivendo, dovrebbe essere ritenuta –viene specificato– ancora più meritevole di attenzione, atteso che non può esservi dubbio alcuno che un estetista o un parrucchiere, che lavori abusivamente, esercitando presso la propria abitazione o recandosi presso quelle dei clienti, non possa garantire, per ovvi motivi, la tutela della salute degli stessi, i quali, pertanto, risultano essere altamente esposti ad un possibile contagio».

Da qui, la richiesta di incontro dell’associazione rivolta al primo cittadino. Gli associati chiedono a Bonanno «di conoscere se e quali controlli il Comune di Biancavilla ha attivato o ha intenzione di attivare, atteso che, a giudicare dalle vergognose violazioni delle restrizioni imposte dal Governo centrale e/o dalla Regione, che si consumano sotto gli occhi di tutti, sembra che il Comune sia rimasto del tutto inerte».

Nella lettera indirizzata al Comune, “Bellessere” allega pure alcune immagini di assembramenti riferite ai giorni precedenti alla dichiarazione di “zona rossa”.

L’associazione auspica che il primo cittadino «si determini ad attivarsi affinché le restrizioni imposte vengano rispettate (vedi il mercato del mercoledì)». In questo senso, l’associazione esprime perplessità «atteso che la totale assenza dell’Amministrazione nel territorio, che ha determinato una situazione progressivamente ingravescente e il maggior diffondersi del Covid-19, l’ha indotta, infine, a richiedere al Presidente della Regione l’inserimento del territorio di Biancavilla in “zona rossa”. Questo con pregiudizio per l’intera economia locale e, inevitabilmente, anche per la categoria dei parrucchieri, dei barbieri e degli estetisti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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