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Contagi all’ospedale di Biancavilla, ancora due tamponi positivi: ora i casi salgono a 5

Infezione virale riscontrata su un’infermiera e un ausiliario di una ditta esterna : effetto del monitoraggio continuo

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di Vittorio Fiorenza

Ancora esiti di contagio di operatori sanitari dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. Fonti aziendali confermano il tampone positivo su un’altra infermiera e di un ausiliario: entrambi sarebbero asintomatici.

I contagi tra il personale della struttura di Biancavilla salgono così a 5, nel giro di pochi giorni: sono 4 infermieri ed un ausiliario di una ditta esterna.

È l’effetto del monitoraggio continuo e dagli esami a cui sono da giorni sottoposti i camici bianchi. Altre notizie di contagio, quindi, potrebbero arrivare nelle prossime ore, man mano che arriveranno i risultati degli esami effettuati. Dall’Asp si rassicura: «Nessun focolaio, nessun motivo di allarme».

Alcune centinaia di tamponi vengono effettuati in queste ore non soltanto in ambito ospedaliero (circa 200) ma anche tra le persone che sarebbero state a contatto nelle ultime settimane con gli infermieri. Tra coloro sottoposti ad esami, pure dipendenti e amministratori comunali, che si sono dovuti recare al Centro Operativo Comunale di viale dei Fiori, dove un medico ha effettuato il prelievo da gola e narici. Tutti sono ora tenuti ad un “isolamento fiduciario”. I locali del palazzo comunale sono stati sanificati.

Il sindaco Antonio Bonanno: «I tamponi avrebbero dovuto essere fatti a tutti. Tutti. Città per città. Ma sappiamo che non sta funzionando così. Io ritengo che i biancavillesi, e voglio sottolinearlo ancora una volta, a eccezione di una sparuta percentuale di incoscienti, stanno compiendo con sacrificio e dedizione il proprio dovere. È grazie al vostro comportamento responsabile che le nostre azioni hanno trovato riscontro ed efficacia».

Il primo cittadino commenta anche i nuovi casi registrati all’interno dell’ospedale: «Avamposto di sanità nel quale medici, infermieri ed operatori rischiano ogni giorno. Ed era ahimè probabile che proprio in ospedale si potesse registrare qualche caso in più. Proprio perché è il personale sanitario a costituire il primo fronte della lotta e, dunque, del possibile contagio».

Bonanno invita a non fare allarmismi e pensa alla fase in cui finiranno lle restrizioni: «Non dobbiamo allarmarci. Ma dobbiamo prendere atto che il virus si insinua in modo imprevedibile e subdolo. Vietato rilassarsi. Non esistono scorciatoie. A breve saremo anche chiamati a vivere una Fase 2 che non può trovarci impreparati. Non dobbiamo ammalarci. Ma non possiamo nemmeno assistere all’impoverimento di decine e decine di famiglie. La Fase 2 richiederà ancora più determinazione, pazienza, attenzione. E, ovviamente, controlli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. Beppe

    24 Aprile 2020 at 17:16

    Mi permetto di dire che è una cosa inaudita
    Sapevano di essere dei soggetti a rischio a causa del loro prezioso e necessario lavoro.
    Come mai non si sono tenuti precisi protocolli di sicurezza?
    Adesso si rischia che Biancavilla possa diventare un focolaio e ci chiuderanno in quarantena tutti, con pesanti ricadute sul lavoro e su tutte le persone che speriamo di tornare a lavorare, visto che non tutti si è impiegati statali con uno stipendio sicuro.
    Non è assolutamente mia intenzione creare panico o tensione sociale che non servono a niente ma adesso le istituzioni devono dare delle spiegazioni e chi ha disatteso le procedure di sicurezza dovrá prendersi le proprie responsabilitá.
    Il Sindaco deve imporsi e fare si che la Regione metta in essere dei tamponi a tappeto dei cittadini biancavillesi.
    Inoltre segnalo che gli assembramenti, specie di giovani, seppur sporadici stanno continuando ad esserci, specialmente nelle traverse e nei quartieri, i controlli devono essere allargati anche nei quartieri, non possiamo permetterci di piombare nel baratro.
    Auguro a tutti una pronta guarigione e al Sindaco un buon lavoro.
    Grazie

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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